Come
organizzare il giorno del proprio matrimonio evitando
problemi, disservizi organizzativi e
spese impreviste? Non mancano purtroppo agli
sportelli della nostra Unione Nazionale Consumatori segnalazioni da parte di chi denuncia problemi con il
catering, la
location, il
fotografo o con altri
fornitori di servizi. Trattandosi di un evento molto atteso, agli aspetti emotivi si aggiungono una serie di complicazioni burocratiche. Cosa far e quindi per evitare questo tipo di problemi nell’organizzazione del matrimonio e come risolverli nel caso si verificassero?
Il
primo consiglio che possiamo dare è quello di
confrontare con un certo anticipo le offerte di diversi fornitori prima di procedere con le prenotazioni, così da avere le idee chiare sulla migliore soluzione che fa per noi, in relazione al nostro
budget e ai nostri standard qualitativi. Ma vediamo nel dettaglio.
Nell’organizzare il matrimonio, occhio al contratto con la location
Dopo la scelta della
chiesa (in alcuni casi anche prima!) opzionare la
location (cioè il luogo dove organizziamo il banchetto per i nostri invitati) è uno dei passaggi fondamentali nell’organizzare il
matrimonio. Ci sono due possibilità (anche se ormai le opzioni sono davvero illimitate): un unico rapporto con un fornitore che si occupi di tutto (quindi affitto del locale e servizi accessori dal cibo all’allestimento, ma anche musica e fiori) oppure diversi con i diversi soggetti tra chi affitta la struttura, chi offre il catering, l’intrattenimento, etc.
Nel caso ad esempio del
contratto per la sola location in cui si terrà il banchetto, l’accordo dovrà contenere (oltre i dati delle parti): la descrizione dettagliata del
luogo del ricevimento e l’
utilizzo previsto, la
durata dell’affitto (cioè gli orari esatti per evitare di subire delle maggiorazioni se la festa dovesse prolungarsi), ma anche il
regime delle responsabilità in caso di danni alla struttura e, soprattutto gli importi di
acconto, caparra e
saldi con le relative tempistiche. Su questo aspetto è necessario fare attenzione perché i nostri diritti possono cambiare a seconda che la cifra versata in anticipo (fatevi lasciare una ricevuta) sia al solo fine della
prenotazione della data,
a titolo di acconto o come
caparra. Meglio preferire quest’ultima dicitura perché significa che quel denaro andrà perso in caso di
disdetta, ma la location non potrà pretendere ulteriori importi. Viceversa se è la struttura a far saltare l’appuntamento, i
l consumatore avrà diritto a ricevere indietro il doppio di quanto versato. In ogni caso, nell’organizzare il matrimonio è sempre consigliabile sottoscrivere un contratto dove sono scritti gli importi di anticipo e le tempistiche dei saldi. Ricordate poi la regola di pagare in modo tracciato (carte, bonifico o assegni) e farsi riconoscere la ricevuta.
Se invece la location si occupa anche del
banqueting (quindi del cibo per gli invitati e dell’allestimento) è necessario chiarire tutti i servizi previsti nel contratto: dal tipo di allestimento dei tavoli ai fiori, il numero di camerieri a disposizione e l’accoglienza degli ospiti, fino naturalmente alle pietanze da portare a tavola, le bevande e la torta nuziale.
Alcuni servizi come il
babysitting oppure la
musica (e la consequenziale
SIAE da pagare) sono costi da considerarsi con attenzione se vogliamo evitare il lievitare dei costi.
Cosa e quanto si mangia al matrimonio?
E’ proprio sul cibo che nascono molti contenziosi dopo i ricevimenti. Il
preventivo scritto, dove chiedere al ristoratore di indicare tutti i dettagli, ci tornerà utile: i banchetti di matrimonio infatti non sono “alla carta”, ma gli sposi concordano con lo chef le portate, il servizio e quindi il prezzo. Non solo: poiché
il pranzo non è “alla carta”, cade anche la regola che impone ai ristoranti di specificare nel
menù se usano materie prime o ingredienti congelati. Anche nel caso ci si affidi al classico
catering (come diciamo sopra) è quanto mai opportuno chiarire questi aspetti per iscritto altrimenti ogni lamentela successiva non avrà fondamento giuridico. Nel
preventivo andrebbero indicati anche eventuali
menù speciali per chi ha particolari
allergie alimentari oppure non mangia alcuni alimenti (ad esempio vegetariani o vegani), così come è meglio prevedere dei piatti riservati ai bambini (con un costo minore rispetto al menù tradizionale).
Per quanto riguarda le
porzioni è bene sapere che solo se si concordano preventivamente (e per iscritto)
porzioni minime ci si potrà rivalere sul fornitore se il giorno delle nozze i piatti si riveleranno un po’ miseri. I ristoranti infatti sono esercizi di somministrazione (e non negozi che devono vendere “a peso”) quindi non sono obbligati per legge a servire delle “giuste” porzioni.
E se al pranzo gli invitati sono molti meno rispetto a quelli inizialmente previsti? Anche in questo caso potremo essere tutelati solo se nel preventivo scritto avremo previsto una
proporzionale riduzione del prezzo in caso di defezioni del numero dei partecipanti, da comunicare al ristoratore con un certo anticipo.
Se il matrimonio viene annullato
Veniamo alle dolenti note: cosa succede se il
matrimonio salta? Il
Codice del consumo non disciplina la prenotazione, quindi per la
disdetta si fa riferimento alle regole generali del
Codice Civile. Se il ristorante o il responsabile della location chiede una caparra secondo gli usi e consuetudini non dovrebbe essere superiore al
25% e per il consumatore come dicevo, è meglio che nella ricevuta sia definita
“caparra penitenziale”: in questo caso, infatti, chi acquisisce la somma non può agire per ulteriori risarcimenti. Se invece la caparra è
“confirmatoria” o se non viene versato alcun acconto, il ristorante può persino agire per il risarcimento del danno (oltre a incamerare la caparra), ma deve dimostrarlo, per esempio provando che ha già sopportato delle spese o che ha dovuto rifiutare un’altra prenotazione per la data concordata, il che non è facile.
In entrambi i casi, è bene ricordare che
molti contratti non sono validi perché si prevede una penale per la disdetta solo a carico degli sposi, mentre per legge il contratto deve stabilire che andrà restituito il doppio della caparra se è il ristoratore a rinunciare al servizio: se questa specifica non è riportata, la disdetta sarà gratuita anche per gli sposi.
Ultima attenzione da avere rispetto al contratto:
meglio dettagliare la modalità di pagamento. Non è raro il caso di problemi perché i fornitori non accettano carte di credito o assegni.
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