COMMERCIO: l’apertura domenicale aumenta l’occupazione
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Per Ufficio parlamentare di Bilancio pochi effetti su vendite e prezzi. Ma con negozi aperti le famiglie hanno risparmiato.
Roma, 2 ottobre 2018 – La liberalizzazione degli orari commerciali in Italia ha avuto, secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, un effetto espansivo sull’occupazione. Non c’è stato, invece, nessun effetto statisticamente significativo sul volume delle vendite e sui prezzi.
“Vengono confermati i dati della grande distribuzione, ossia che la liberalizzazione delle aperture domenicali non ha determinato lo sfruttamento del lavoratore, bensì più occupazione e contratti part time verticali” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“E’ il colmo, quindi, che il ministro del Lavoro, invece di preoccuparsi di come aumentare gli occupati, sponsorizzi una legge per ridurli, chiudendo i negozi” prosegue Dona.
“Quanto alle vendite, è ovvio che con le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese ed i consumi ridotti da anni al minimo indispensabile, non si potessero registrare, durante la recessione, impennate nelle vendite. Anche i prezzi, sono già super scontati, visto che senza offerte promozionali le famiglie non acquistano” prosegue Dona.
“Ma la maggiore mobilità dei consumatori, favorita da una diversificazione delle aperture e dal fatto che non tutti i negozianti aprono la domenica, ha consentito un risparmio per le famiglie, pur senza una variazione significativa dei prezzi. E’ il cliente, insomma, che la domenica cerca il negozio con il pezzo più basso, più che il commerciante che, grazie alle aperure domenicali, ha abbassato i prezzi” conclude Dona.