BANCHE: vittoria all’Abf su truffa assegno su WhatsApp
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Rimborso del 100% per un consumatore che si è rivolto ad Unc per la truffa della foto dell’assegno inviato via WhatsApp.
Roma, 27 novembre 2017 – Una vittoria importante, quella ottenuta all’Abf dall’Unione Nazionale Consumatore per la truffa, che sta prendendo sempre più piede, dell’assegno inviato con foto tramite WhatsApp.
“Un consumatore caduto nella truffa è stato rimborsato al 100%. Una sentenza importante dell’Abf che ci auguriamo faccia giurisprudenza” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
La truffa, sempre più diffusa, è quella del finto venditore, solitamente di auto usate, che, con la scusa di verificare la volontà di acquistare il veicolo, invece di chiedere una caparra, gentilmente si accontenta di una foto innocente dell’assegno anticipata via WhatsApp dal compratore. Peccato che poi lo stampi e vada in banca ad incassarlo.
“Fino ad oggi le banche, l’Abi, ed innumerevoli sentenze, dividevano la responsabilità al 50% tra la banca emittente, colpevole di non essersi accorta della contraffazione dell’assegno ed il consumatore vittima della truffa, accusato di non aver preso tutte le precauzioni necessarie. D’ora in poi, però, non sarà più così!” prosegue Dona.
Per l’Arbitro Bancario e Finanziario, infatti, sono state individuate “condizioni ed elementi idonei a rinvenire in capo alla Banca una responsabilità per il pagamento di assegni che presentino elementi di anomalia ovvero siano stati falsificati o alterati”, per questo ha disposto che l’intermediario corrisponda al consumatore la somma di euro 40.000,00 (l’intera somma sottratta) oltre interessi legali dalla data del reclamo al saldo.