BANCHE: bene l’apertura di Zanetti, ma a quando l’applicazione?
Per il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti “più soldi ai truffati dalle banche e plusvalenze ai risparmiatori.” Ottima notizia, per Unc, ma serve una modifica alla normativa.
Roma, 19 febbraio 2016 – Secondo quanto ha dichiarato a Repubblica il viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, non bisogna più tergiversare sull’emanazione del decreto relativo all’arbitrato, va ampliato, se il caso a 150-200 milioni, il Fondo di Solidarietà, va assicurato, a quanti saranno individuati dall’arbitrato non adeguatamente informati, il rimborso totale ed, infine, pur escludendo una norma ad hoc, ribadisce che gli investitori non possono essere trattati peggio della liquidazione coatta amministrativa.
“Bene, ottimo! Apprezziamo sinceramente l’apertura di Zanetti, è un deciso passo avanti, ma non basta! Soprattutto non basta dirlo! La norma ad hoc va fatta! Bisogna che queste cose siano scritte nero su bianco e non solo promesse!” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Secondo quanto scritto nella legge di stabilità, infatti, non solo il Fondo di solidarietà opera nei limiti delle risorse disponibili, il che vuol dire che se si trovano più truffati del previsto non potranno avere un risarcimento totale, ma il decreto deve definire i criteri di quantificazione delle prestazioni, determinate in importi corrispondenti alla perdita subita, fino a un ammontare massimo. Quel fino ad un ammontare massimo va abolito, e non si può certo modificare una legge con un decreto!” ha proseguito Dona.
“Anche sulla questione delle plusvalenze, sia Padoan, nel question time alla Camera del 21 gennaio che Zanetti hanno ipotizzato che il residuo eventuale del Fondo di risoluzione vada ai risparmiatori, ma anche questo va scritto nero su bianco, altrimenti si apriranno contenziosi a non finire. Se gli azionisti ed i creditori, infatti, subissero perdite maggiori di quelle che avrebbero subito se l’ente sottoposto a risoluzione fosse stato liquidato, ci sarebbe una violazione dell’art. 87 del D.gls n. 180/2015” ha concluso Dona.
Infine l’associazione di consumatori chiede di togliere il segreto d’ufficio su tutte le notizie, le informazioni e i dati in possesso della Banca d’Italia per la sua attività di risoluzione ed il divieto per i consumatori di poter agire giudizialmente in sede civile contro gli ex vertici delle banche, ossia contro i maggiori responsabili di questa vicenda, previsti, rispettivamente, dagli artt. 5 e 35 del d.lgsl n. 180 del 16-11-2015.