BLACK FRIDAY: proposta ridicola rinviarlo!
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
No al rinvio del Black Friday. Esposto Confesercenti all’Antitrust contro l’on-line: a che titolo?
Roma, 21 novembre 2020 – “Una proposta ridicola. Sarebbe come chiedere di rinviare il Capodanno perché i ristoranti sono chiusi o il Natale per i divieti di spostamenti” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la proposta di rinviare il Black Friday.
“Senza contare che con tutte le pubblicità già in corso, da parte di tutte le principali catene, che annunciano sconti in occasione del Black Friday, rinviarlo all’ultimo sarebbe una presa in giro dei consumatori che stanno facendo affidamento su quei ribassi promessi per fare acquisti” prosegue Dona.
“Inoltre, essendo i ribassi già stati pubblicizzati, sono già diventati una promessa al pubblico vincolante legalmente. Allora si, se non fossero poi rispettati, che ci sarebbe materia per fare un esposto all’Antitrust per pubblicità ingannevole e pratica commerciale scorretta” aggiunge Dona.
“Quanto alla posizione dominante dell’E-commerce, una cosa è certa: non è certo colpa di chi vende on line se è arrivata la pandemia. La restrizione della concorrenza, almeno fino a prova contraria, non dipende da una loro responsabilità, da un’intesa restrittiva della libera concorrenza, da un’intesa tra le imprese dell’e-commerce che mira a falsare il gioco della concorrenza, né ci pare che l’esposto annunciato evidenzi un abuso di posizione dominante, fatto magari attraverso un’imposizione dei prezzi di acquisto o un impedimento della produzione o per l’applicazione con gli altri contraenti di nuove e diverse condizioni per prestazioni equivalenti che determinano svantaggi nella concorrenza” prosegue Dona, commentando la decisione di Confesercenti di presentare un esposto all’Antitrust sulla disparità di condizioni venutasi a creare tra negozi e operatori dell’e-commerce.
“Insomma, l’esposto a che titolo è fatto? E’ evidente che il Covid non può essere il motivo di una condanna delle imprese che vendono on line. Attendiamo comunque l’eventuale apertura di un procedimento dell’Antitrust per capire se, invece, nel corso delle possibili indagini emergessero veri elementi che, almeno stando al comunicato della Confesercenti, allo stato attuale non appaiono” conclude Dona.