Nessun danno per i consumatori dalla bocciatura del Consiglio di Stato del decreto del Mimit che prevedeva l’esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti
Roma, 23 febbraio 2024 – “Nessun danno per i consumatori” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la notizia che il Consiglio di Stato ha bocciato i cartelloni con il prezzo medio regionale dei carburanti che i benzinai erano obbligati dall’agosto scorso ad esporre.
“L’introduzione del prezzo medio non ha influito in alcun modo sull’andamento dei prezzi, che ha seguito le solite vecchie dinamiche, a cominciare dalla doppia velocità: rialzi immediati non appena si registrano aumenti delle quotazioni internazionali e ribassi a passo di lumaca in caso contrario. L’informazione al consumatore è utile quando è perfetta, non quando è distorta e sbagliata, come è quella di accontentarsi di andare a fare il pieno da chiunque ha un prezzo più basso della media regionale invece che da chi fa i prezzi più bassi ed è meno caro di tutti gli altri” prosegue Dona.
“Ci domandiamo, invece, dove sia sparita l’app carburanti prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, che educherebbe gli automobilisti a fare il pieno nel distributore meno caro della zona. Dopo oltre un anno dalla sua previsione è sparita dai radar. Quella si che sarebbe utile” conclude Dona.
Il Consiglio di Stato annullando l’articolo 7 del decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 31 marzo 2023 che prevedeva l’esposizione giornaliera del prezzo medio regionale dei carburanti, ha ritenuto, confermando la tesi dell’Antitrust e dell’Unc, unica associazione di consumatori ad aver bocciato all’epoca il decreto, che “l’esposizione di una pluralità di prezzi può confondere il consumatore invece di aiutarlo ad assumere la soluzione migliore nel proprio interesse“. E ancora “Il prezzo medio comunica unicamente un dato: ovvero che in ambito regionale (o nazionale, in autostrada) esistono dei distributori che praticano prezzi più bassi (o anche più alti) di quelli praticati dal distributore presso il quale il consumatore si trova nel momento in cui vede il cartello del prezzo medio. Ma il consumatore non sa (semplicemente leggendo il cartello del prezzo medio) dove sia il distributore che pratica prezzi inferiori: potrebbe essere anche a centinaia di chilometri di distanza nella stessa regione. Come rilevato dal Presidente AGCM nella citata audizione, un impianto di distribuzione di carburanti risulta effettivamente in concorrenza soltanto con gli impianti situati a pochi chilometri di distanza (o, alternativamente, raggiungibili in un tempo di percorrenza limitato), in quanto soltanto gli impianti più vicini possono costituire una concreta alternativa per il consumatore che necessita di rifornire la propria vettura“.