Nonostante intervento del Governo, il gasolio ha prezzi ancora maggiori a quelli registrati dopo lo scoppio della guerra
Roma, 12 aprile 2022 – “Una vergogna! Nonostante il taglio di 30,5 cent deciso dal Governo, 25 cent di accise e 5,5 cent di Iva, e il petrolio ormai sotto i 100 dollari, il gasolio non è ancora sceso sotto i prezzi pre-conflitto in Ucraina” lo denuncia Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Se la benzina in modalità self service è a 1,765 euro al litro, un prezzo inferiore a quello della rilevazione del 24 gennaio, quando era pari a 1,779 euro al litro, il gasolio è a 1,761 a euro al litro, un livello ancora maggiore al dato registrato il 28 febbraio, dopo lo scoppio della guerra, quando era 1,740 euro” prosegue Dona sulla base dello studio condotto sui dati settimanali resi noti ora dal ministero della Transizione Ecologica.
“In particolare, da quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio, se un litro di benzina, dopo l’intervento del Governo, costa circa 8 cent in meno, con un calo del 4,6%, pari a 4 euro e 23 cent per un pieno da 50 litri, flessione inadeguata e insufficiente ma almeno una riduzione, un litro di gasolio è aumentato di quasi 4 cent, +2,2%, pari a quasi 2 euro a rifornimento” prosegue Dona.
“Anche la benzina, comunque, resta più cara rispetto all’inizio dell’anno e costa il 2,7% in più, pari a 2 euro e 29 cent per un pieno di 50 litri, 55 euro su base annua. Un litro di gasolio è salito addirittura dell’11,1%, 8 euro e 76 cent a rifornimento, equivalenti a 210 euro annui” prosegue Dona.
“Ecco perché il Governo deve ridurre ulteriormente le accise e prolungare oltre il 2 maggio il provvedimento per fare in modo che, anche con il ripristino delle accise, si resti almeno sotto i livelli già record del 2021” conclude l’avv. Dona.