Roma, 15 marzo 2022 – “Non solo la benzina in modalità self service secondo i dati ufficiali del Mite sfonda per la prima volta nella storia i 2 euro al litro, arrivando a 2,185 euro, ma si tratta del maggior rincaro settimanale dall’inizio delle serie storiche. In soli 7 giorni, infatti, aumenta di oltre 23 centesimi, battendo il precedente rialzo del 12/12/2011 quando salì di 9,7 cent per via dell’entrata in vigore della famosa stangata del Salva Italia di Monti che alzò le accise di oltre 8 centesimi al litro per la benzina e di oltre 11 cent per il gasolio. Battuto anche il record storico del gasolio, che toccando i 2,155 euro al litro, segna un balzo di quasi 33 cent rispetto alla settimana precedente, superiore agli oltre 13 cent del 12/12/2011. Un aumento che per la benzina è pari all’11,8%, 11,57 euro per un pieno da 50 litri, 278 euro su base annua. Per il gasolio l’incremento è del 17,8%, 16,27 euro a rifornimento, 390 euro su base annua” denuncia l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sulla base dello studio condotto sui dati settimanali e mensili del ministero della Transizione Ecologica.
“E’ la prova del nove che si tratta di una mera speculazione, visto non c’è ancora nessun blocco dell’importo russo per quanto riguarda il petrolio né verso l’Italia né verso l’Ue e visto visto che il petrolio greggio va distillato e raffinato prima di arrivare alla pompa. Il dato di oggi finirà, quindi, nel dossier che stiamo presentando alla Procura di Roma, dove chiederemo anche che il ministro Cingolani sia sentito come persona informata dei fatti. Ora la Guardia di Finanza deve andare a tappeto da tutte le società petrolifere e in tutti i distributori” prosegue Dona.
“Da quando è scoppiata la guerra, un litro di benzina è rincarato di oltre 33 cent, +18,1%, pari a 16 euro e 73 cent per un pieno da 50 litri, 402 euro su base annua, un litro di gasolio è aumentato di oltre 42 cent, +25,1%, 21 euro e 61 cent a rifornimento, equivalenti a 519 euro annui” prosegue Dona.
“Il Governo ora non può più ritoccare di pochi cent le accise. Non ci sarebbe alcun effetto reale sui prezzi alla pompa che continuerebbero la loro folle corsa. Serve una vera scossa con una riduzione delle accise di minimo 50 cent” conclude Dona.