Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
Roma, 22 dicembre 2010 – “E’ emerso un quadro rassicurante sulla qualità del vino disponibile sul mercato in Italia: ad eccezione di casi marginali e di scarsa significatività, i campioni analizzati non hanno infatti evidenziato irregolarità". E’ quanto rende noto Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), commentando le analisi di laboratorio effettuate su 64 tipi di vino, italiani e stranieri, al fine di verificarne alcuni parametri chimici di sicurezza.
"L’attività di analisi -spiega Dona- è stata eseguita nell’ambito del progetto ‘C’è vino e vino’, realizzato dalla nostra Unione con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, per rilevare eventuali anomalie e potenziare l’attività di informazione ed educazione dei consumatori, anche a salvaguardia dell’immagine delle produzioni vinicole".
"Le indagini analitiche a carattere conoscitivo -prosegue Dona- sono state compiute su campioni acquistati in alcuni esercizi commerciali di Roma e sono state realizzate a seguito delle segnalazioni giunte alla nostra Associazione da consumatori che ci hanno manifestato dubbi e talvolta preoccupazioni, evidenziando per altro un certo livello di confusione sulla diversa qualità del vino, soprattutto per quanto riguarda le denominazione di origine".
"Nel dettaglio -prosegue Dona- sui 64 campioni analizzati, in 2 casi la presenza di pesticidi (e in particolare del fungicida ‘fenomidone’) è risultata in violazione dei limiti previsti dalla legge; in 60 è stata rinvenuta la presenza, ma sempre nei limiti, di ocratossina (una micotossina la cui presenza oltre certe soglie è considerata dannosa). Nessuna irregolarità è stata poi evidenziata dalle analisi di istamina, metalli e solfiti. Bisogna però sottolineare la presenza in 22 campioni di ‘procimidone’, un pesticida il cui impiego nei vigneti è stato bandito a partire dal giugno 2010. Si tratta di un aspetto molto importante, in quanto, seppur non costituisce un’irregolarità nei vini analizzati, quelli che sono stati ottenuti nella recente vendemmia non dovranno più contenere residui di questo pesticida".
"Alla luce dei dati emersi, riteniamo fondamentale proseguire ed incrementare la nostra attività di educazione. Sarebbe inoltre necessario -conclude Dona- condurre in futuro una nuova indagine, con criteri di campionamento mirati, sui vini di produzione nazionale e di importazione, in funzione delle nuove norme che prevedono il divieto di impiego di alcune sostanze nella coltivazione della vite".