Roma, 5 marzo 2020 – L’Unione Nazionale Consumatori ha chiesto ieri al ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini un tavolo di confronto tra associazioni di consumatori e tour operator.
“Il decreto varato dal Governo il 2 marzo non piace né ai consumatori né ai tour operator. E’ necessario che il ministro metta tutti gli attori in campo attorno ad un tavolo per trovare una soluzione seria e duratura al problema delle disdette. L’obiettivo è comune: salvare un settore fondamentale per la nostra economia, quello turistico” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il problema è che il Governo lo sta facendo nel peggiore dei modi. I problemi delle agenzie di viaggio non sono certo le disdette di marzo quanto le mancate prenotazioni per questa estate. E non è certo riducendo i diritti dei loro clienti che questi potranno essere incoraggiati ed invogliati a fare nuove prenotazioni. Se, come fa questo decreto, si riducono i diritti in caso di recesso, derogando al principio fissato dal Codice del Turismo di rimborsare integralmente i consumatori nel caso nel luogo di destinazione scoppi un’epidemia da Coronavirus o quello Stato estero impedisca o vieti lo sbarco, l’approdo o l’arrivo, chi rischierà di acquistare oggi un pacchetto turistico per le prossime ferie estive?” prosegue Dona.
“Noi proponiamo al Governo un Fondo a tasso di interesse zero a cui i tour operator possono attingere per i rimborsi ai consumatori, prevedendo una deroga rispetto al termine troppo stringente dei 14 giorni previsti dal Codice del turismo per la restituzione dei soldi al consumatore. Una procedura che non rientra nei casi vietati dall’Europa in materia di aiuti di Stato, come sostengono alcuni, dato che l’art 107 del TFUE, prevede, come eccezione al divieto, gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali, come, appunto, il Coronavirus” conclude Dona.