CORONAVIRUS: sì multe più alte per chi viola regole spostamenti
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Si a multe più alte, ma non per spesa alimentare fuori dal proprio Comune che deve essere consentita.
Roma, 24 marzo 2020 – “Si all’inasprimento delle sanzioni per chi viola le regole sugli spostamenti. E’ bene che ci sia una multa con un importo significativo, perché questo può meglio scoraggiare gli incoscienti e gli irresponsabili, che sono comunque un’esigua minoranza rispetto alla stragrande maggioranza dei consumatori” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’ennesima indiscrezione, secondo la quale il Governo intenderebbe inasprire le pene per chi non rispetta le misure di contenimento contro il Coronavirus.
“Chiediamo, però, che almeno per gli acquisti alimentari necessari si possa andare nel centro commerciale dove siamo soliti fare acquisti, anche se fuori dal proprio Comune di residenza” prosegue Dona.
“Il Governo, nelle Faq, considera che si possa fare la spesa alimentare fuori dal proprio Comune, ma solo se dove abitiamo non ci sono punti vendita, se è necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trova effettivamente nel Comune limitrofo” aggiunge Dona.
“Ma in questo modo, per chi abita in un piccolo comune, si esclude la possibilità di potere andare persino nel supermercato o nel centro commerciale più vicino a casa. Nei comuni dove ci sono solo piccoli negozi è più difficoltoso mantenere la distanza di un metro, si rischiano code maggiori e ripetute, visto che si è costretti a fare la coda prima dal panettiere, poi dal macellaio e infine dal fruttivendolo” prosegue Dona.
“Insomma, considerato che mentre uno viaggia in auto non può contagiare nessuno, mentre se fa 3 code invece di una il rischio sale, non capiamo perché non si consenta almeno di andare nel centro commerciale più vicino alla propria residenza” conclude Dona.
Ecco quello che è scritto nelle Faq del Governo in tema di spostamenti per acquisti alimentari (attenzione, perchè la pagina risulta ancora in aggiornamento rispetto agli ultimi provvedimenti):
È obbligatorio fare la spesa nel proprio comune di residenza o è possibile farla anche nel Comune limitrofo?
No, ma si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all’interno dello stesso Comune. In ogni caso, si deve sempre rispettare rigorosamente la distanza tra le persone negli spostamenti, così come all’entrata, all’uscita e all’interno dei punti vendita. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati.