CORONAVIRUS: chiusura centri commerciali è scelta scellerata
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Il nuovo Dpcm proroga la chiusura dei negozi presenti nei centri commerciali nel weekend. Ma serve a qualcosa?
Roma, 5 dicembre 2020 – “Chiudere nel weekend i centri commerciali è sempre stata una decisione da noi contestata, perché illogica, ma farlo anche ora che arriva il Natale è una scelta scellerata. Non si danneggiano solo gli ipermercati, che restano comunque aperti per le vendite alimentari, ma soprattutto gli 80 mila piccoli negozi che ne fanno parte” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il nuovo Dpcm del 3 dicembre che proroga, indipendentemente dal colore della regione (rossa, arancione o gialla) la chiusura nelle giornate festive e prefestive, fino al 6 gennaio 2021, dei negozi presenti all’interno dei centri commerciali, a eccezione delle farmacie, generi alimentari, prodotti florovivaistici, tabacchi ed edicole.
“Abbiamo sempre ritenuto che spostare nel fine settimana i consumatori dai centri commerciali agli altri esercizi, non avrebbe certo ridotto le code, ma anzi concentrato più persone in un minor numero di negozi. A meno che le famiglie, non avendo possibilità di acquistare dove vogliono, rinunciano a uscire di casa, rinviando le compere a tempi migliori, con conseguenze comunque disastrose per Pil e occupazione” prosegue Dona.
“Ma per Natale, alcune spese, come i regali, sono obbligate. La conseguenza è che si riverseranno più persone nei centri commerciali dal lunedì al venerdì oppure ci saranno assembramenti nel weekend nei centri storici. Insomma, dalla padella alla brace. I centri commerciali, infatti, sono solitamente fuori città o almeno nelle zone periferiche e, quindi, diminuiscono la pressione dalle vie centrali delle città, peraltro senza aumentare i passeggeri dei mezzi pubblici, visto che solitamente ci si va o ci si deve andare con la propria auto” conclude Dona.