CRISI: Istat, per i poveri prezzi in calo
Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
Le famiglie più in difficoltà costrette a tagliare i consumi. l’UNC chiede un nuovo indice mensile dell’inflazione.
Roma, 21 luglio 2015 – “I dati dell’Istat dimostrano che le famiglie più povere hanno talmente ridotto i consumi allo stretto indispensabile, da avere una minore inflazione rispetto a quelle più ricche, che possono permettersi anche spese non obbligate” ha dichiarato Massimiliano Dona (segui @massidona su Twitter), Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando il dato Istat secondo il quale la dinamica dei prezzi al consumo (pari in media a +0,1%) è compresa tra lo 0,3%, misurato per le famiglie con i più elevati livelli di spesa ed il -0,2% per le famiglie con spesa media mensile più bassa.
“Nonostante la media dell’inflazione sia particolarmente bassa, +0,1%, il differenziale tra il primo e l’ultimo gruppo è particolarmente elevato, 0,5 punti percentuali. Un segno delle differenze esistenti nei consumi tra chi arriva a fine mese e chi non ce la fa più. Un indicatore delle disparità sociali” ha proseguito l’avv. Dona.
“I dati di oggi confermano anche che ognuno ha la sua inflazione e che quella media solitamente resa nota non può rappresentare tutti, ricchi e poveri. Nessuno dei 3 indici attualmente calcolati mensilmente dall’Istat (Nic, Foi e Ipca), infatti, rappresenta appieno le differenze evidenziate dalla misurazione per classi. Non si può continuare a dare la media del pollo di Trilussa, visto che sempre più famiglie faticano a comperarlo” ha concluso Massimiliano Dona.
Nel novembre 2014 l’Unione Nazionale Consumatori ha inviato all’Istat delle proposte sul calcolo dell’inflazione, chiedendo, tra le altre cose, di “calcolare l’inflazione sulla base di un paniere ad hoc per determinate fasce sociali e di reddito”. L’UNC rinnova oggi la richiesta.