Bankitalia conferma che non c’è alcun rischio inflazione in Italia dai dazi imposti da Trump, ma semmai dai dazi di risposta dell’Unione Europea. Unc: “Giusto, nessun rischio inflazione da dazi Trump ma da Ue“
Roma, 4 aprile 2025 – “Bankitalia conferma che il rischio di inflazione in Italia non dipende certo dai dazi di Trump, che invece danneggeranno i consumatori americani, costretti a comperare i prodotti italiani a prezzi maggiorati, quanto piuttosto dai dazi ritorsivi che l’Unione Europea imporrà sulle importazioni statunitensi, anche se il calo della domanda che alla fine genererà questa assurda guerra commerciale iniziata da Trump potrebbe nel lungo periodo prevalere, contenendo l’inflazione, al prezzo ovviamente di un calo del Pil e dell’occupazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando le previsioni di Bankitalia.
“Saremo, quindi, i primi a essere contenti se, come auspicato ieri dalla presidente Meloni, si riuscisse a far rimuovere i dazi americani con una trattativa, anche se francamente non capiamo che cosa sia stato fatto in questi mesi. Dubitiamo, però, che Trump accetti di rimuovere i dazi solo perché folgorato sulla via di Damasco, ma che lo farà solo a fronte di una contropartita economica: o perché la ritorsione europea lo indurrà a più miti consigli dopo che i dazi Ue produrranno perdite alle industrie americane oppure perché sarà concesso alle merci americane di entrare liberamente in Europa pur non avendo i requisiti previsti dall’attuale regolamentazione europea. Sia chiaro che in quest’ultimo caso faremo le barricate. Non accetteremo compromessi in tema di sicurezza, non ammetteremo ormoni anabolizzanti per favorire la crescita degli animali o la produzione del latte” conclude Dona.
Secondo Bankitalia, “le esportazioni risentirebbero in misura significativa degli effetti dell’incremento dei dazi da parte degli Stati Uniti, rimanendo pressoché stagnanti nell’anno in corso e tornando a crescere gradualmente nel prossimo biennio“, mentre “l’inflazione potrebbe subire, specie nel breve termine, pressioni al rialzo derivanti da un aumento ritorsivo dei dazi da parte della UE. D’altro canto, il forte deterioramento della domanda determinato da un impatto più marcato dell’irrigidimento delle politiche commerciali eserciterebbe effetti di segno opposto, che tenderebbero a prevalere verso la fine del triennio di previsione“.