Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
L’e-cig sono meno tossiche delle sigarette normali? Aiutano a smettere di fumare? Come devono essere tassate? Ancora tanti dubbi sulla sigaretta elettronica e a farne le spese sono i consumatori.
Roma, 13 febbraio 2014 – "Dal punto di vista dei consumatori, il dibattito sulla sigaretta elettronica è un caso di scuola che descrive il modo eclatante tutto quello che si dovrebbe evitare quando un nuovo prodotto è lanciato sul mercato". Con queste parole Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, ha introdotto il suo intervento al convegno "Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute e criteri di controllo", organizzato oggi a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità.
"Negli ultimi anni, prosegue Dona (segui @massidona su Twitter), sul tema e-cig hanno dominato l’incertezza scientifica, la lentezza informativa degli organi istituzionali preposti alla tutela della salute pubblica, la schizofrenia del legislatore, protagonista di interventi normativi altalenanti circa le modalità di commercializzazione del prodotto, i luoghi nei quali ne è vietato il consumo, per non dire delle montagne russe della fiscalità. Proprio questo -aggiunge il Segretario generale- è il terreno più fertile per le pressioni delle lobby, tanto quella industriale quanto quella pubblica, ma non sono mancate neppure le esagerazioni mediatiche e le strumentalizzazioni: così, ad avere la peggio è sempre il consumatore ed, infatti, abbiamo ricevuto migliaia richieste di chiarimento da parte dei cittadini disorientati di fronte alla problematica riguardante la sicurezza degli aromi e degli apparecchi per svapare (per la maggior parte di produzione cinese), ma anche relativamente a certe campagne pubblicitarie decisamente aggressive".
L’avvocato Dona ha rimarcato che invece "andrebbe spiegato ai consumatori che effettivamente le e-cig sono meno tossiche rispetto alle sigarette convenzionali, a condizione di non abusarne e, soprattutto di non sommare l’assunzione della nicotina contenuta nelle ricariche con il fumo tradizionale; anche l’inquinamento ambientale è minore, ma pur sussistente e ciò andrebbe comunicato adeguatamente".
"Nel contempo -ha aggiunto Dona- non possiamo tollerare che, mancando evidenze scientifiche al riguardo, qualcuno continui a promuovere le sigarette elettroniche come prodotti utili a smettere di fumare, visto che alcune ricerche hanno invece certificato la diffusione delle sigarette elettroniche anche tra soggetti non fumatori. Per altro verso, maggiore attenzione andrebbe rivolta ai consumatori sul punto vendita: sarebbe auspicabile che la rete dei venditori si attrezzasse con investimenti nella formazione degli addetti alla vendita, trattandosi di prodotti soggetti a dosaggio ed altre cautele volte ad evitare l’abuso".
In conclusione, Dona si è rivolto aI Governo denunciando la miopia di certa fiscalità: "talvolta sembra che il fisco sia solo preoccupato di alzare le aliquote, trascurando però i risultati complessivi in termini di gettito: senza dire che la priorità andrebbe data alla salute dei cittadini e, dunque, non andrebbe penalizzato il fumo elettronico, considerati i costi sociali del tabagismo che pesa sul bilancio del Paese per oltre 3 miliardi all’anno, necessari a curare i 50 mila tumori causati ogni anno dalle sigarette tradizionali".
L’e-cig sono meno tossiche delle sigarette normali? Aiutano a smettere di fumare? Come devono essere tassate? Ancora tanti dubbi sulla sigaretta elettronica e a farne le spese sono i consumatori.
Roma, 13 febbraio 2014 – "Dal punto di vista dei consumatori, il dibattito sulla sigaretta elettronica è un caso di scuola che descrive il modo eclatante tutto quello che si dovrebbe evitare quando un nuovo prodotto è lanciato sul mercato". Con queste parole Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, ha introdotto il suo intervento al convegno "Sigaretta elettronica: benefici e rischi per la salute e criteri di controllo", organizzato oggi a Roma dall’Istituto Superiore di Sanità.
"Negli ultimi anni, prosegue Dona (segui @massidona su Twitter), sul tema e-cig hanno dominato l’incertezza scientifica, la lentezza informativa degli organi istituzionali preposti alla tutela della salute pubblica, la schizofrenia del legislatore, protagonista di interventi normativi altalenanti circa le modalità di commercializzazione del prodotto, i luoghi nei quali ne è vietato il consumo, per non dire delle montagne russe della fiscalità. Proprio questo -aggiunge il Segretario generale- è il terreno più fertile per le pressioni delle lobby, tanto quella industriale quanto quella pubblica, ma non sono mancate neppure le esagerazioni mediatiche e le strumentalizzazioni: così, ad avere la peggio è sempre il consumatore ed, infatti, abbiamo ricevuto migliaia richieste di chiarimento da parte dei cittadini disorientati di fronte alla problematica riguardante la sicurezza degli aromi e degli apparecchi per svapare (per la maggior parte di produzione cinese), ma anche relativamente a certe campagne pubblicitarie decisamente aggressive".
L’avvocato Dona ha rimarcato che invece "andrebbe spiegato ai consumatori che effettivamente le e-cig sono meno tossiche rispetto alle sigarette convenzionali, a condizione di non abusarne e, soprattutto di non sommare l’assunzione della nicotina contenuta nelle ricariche con il fumo tradizionale; anche l’inquinamento ambientale è minore, ma pur sussistente e ciò andrebbe comunicato adeguatamente".
"Nel contempo -ha aggiunto Dona- non possiamo tollerare che, mancando evidenze scientifiche al riguardo, qualcuno continui a promuovere le sigarette elettroniche come prodotti utili a smettere di fumare, visto che alcune ricerche hanno invece certificato la diffusione delle sigarette elettroniche anche tra soggetti non fumatori. Per altro verso, maggiore attenzione andrebbe rivolta ai consumatori sul punto vendita: sarebbe auspicabile che la rete dei venditori si attrezzasse con investimenti nella formazione degli addetti alla vendita, trattandosi di prodotti soggetti a dosaggio ed altre cautele volte ad evitare l’abuso".
In conclusione, Dona si è rivolto aI Governo denunciando la miopia di certa fiscalità: "talvolta sembra che il fisco sia solo preoccupato di alzare le aliquote, trascurando però i risultati complessivi in termini di gettito: senza dire che la priorità andrebbe data alla salute dei cittadini e, dunque, non andrebbe penalizzato il fumo elettronico, considerati i costi sociali del tabagismo che pesa sul bilancio del Paese per oltre 3 miliardi all’anno, necessari a curare i 50 mila tumori causati ogni anno dalle sigarette tradizionali".