ELETTRICITÀ: prezzi migliorano rispetto a UE ma non basta
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Secondo Arera i prezzi dell’energia elettrica migliorano rispetto all’Eurozona, ma sono ancora troppo alte imposte e oneri. Male invece per il gas.
Roma, 9 luglio 2021 – “Bene per la luce, ma non basta! E’ comunque certo che in Italia continuiamo a pagare troppe imposte e oneri di sistema. E’ incredibile che per la luce ancora oggi si paghi per la messa in sicurezza delle centrali nucleari abolite con il referendum del 1987, 34 anni fa!” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati di Arera, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, secondo la quale i prezzi medi dell’energia elettrica mostrano per il 2020 un miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro, mentre per il gas restano più alti della media Ue.
“Non è giusto, poi, che i consumatori paghino per le aziende energivore o per i generosi incentivi alle fonti rinnovabili. Tutte cose che dovrebbero ricadere sulla fiscalità generale, non certo sulla pensionata che fatica ad arrivare a fine mese” prosegue Vignola.
“Tra oneri e imposte, stando agli ultimi dati trimestrali di Arera per la famiglia tipo, nel mercato tutelato, paghiamo il 23,3% per la luce e addirittura il 40,31% per il gas. Una vergogna!” conclude Vignola.
Secondo Arera, i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani mostrano per il 2020 un miglioramento rispetto agli altri paesi dell’Area euro, in termini sia di prezzi al lordo degli oneri e delle imposte, sia di prezzi netti. Nel 2020 per la prima volta si registrano prezzi lordi più bassi rispetto a quelli della media europea per tutte le classi di consumo domestico, con l’eccezione della prima classe (consumi inferiori a 1.000 kWh/anno).
Le classi tra 1.000 – 2.500 kWh e tra 2.500 – 5.000 kWh mostrano un differenziale negativo nei prezzi lordi rispettivamente del -4% e del -3% (contro rispettivamente il -5% e il +1% del 2019).
In termini di incidenza della componente oneri e imposte, nel 2020 si registra una quota compresa tra il 31% della classe tra 1.000 – 2.500 kWh e poco meno del 47% dell’ultima classe, valori non troppo distanti da quelli medi dell’Area euro.
Per quanto riguarda invece i prezzi del gas naturale per i consumatori domestici italiani, comprensivi di oneri e imposte, sono stati più alti della media dei prezzi dell’Area euro per tutte le classi di consumo.
Con consumi inferiori a 520 m3/anno, perlopiù impiegati per uso per cottura e acqua calda, il differenziale positivo rispetto all’Area euro passa al +7%, dal +10% del 2019. Per le altre due classi a maggiore consumo, i divari con la media dei prezzi lordi dell’Area euro sono tuttavia diminuiti nel 2020 rispetto all’anno precedente: per la classe di consumo tra 520- 5.200 m3 /anno, che è anche quella che presenta la quota maggiore sul totale dei consumi domestici (71%), il differenziale è stato, infatti, del +13%, contro il +15% registrato nel 2019; per la classe oltre 5.200 m3 /anno, perlopiù riscaldamenti centralizzati, il valore è stato, invece, del +15%, contro il +19% dell’anno precedente.
Passando al confronto con i principali paesi europei, il prezzo italiano per la classe di consumo più bassa, comprensivo delle imposte, è il più alto, inferiore solo a quello francese.
Nella seconda e terza classe di consumi l’Italia mantiene, rispetto a tutti gli altri paesi, il prezzo più elevato.