Bene se Governo interviene, anche se con 11 mesi di ritardo. Iva gas va abbassata al 10% e rimessi bonus luce e gas di Draghi
Roma, 14 febbraio 2025 – “Bene, non possiamo che essere contenti che il Governo si stia ravvedendo, anche se con un anno e 11 mesi di ritardo, visto che ha cominciato a togliere gli sconti dall’aprile 2023. Meglio tardi che mai! Ora, però, servono atti seri e concreti visto che il gas lo stiamo pagando il 78,7% in più rispetto ai tempi pre-crisi, ossia confrontando i prezzi del Servizio di tutela della vulnerabilità di gennaio 2025 con quelli di gennaio 2021” afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando le dichiarazioni di ieri del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e di oggi del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che hanno annunciato un disegno di legge contro il caro bollette
“Ora si tratta di vedere cosa proporrà in concreto. Per parte nostra chiediamo che i vulnerabili possano sempre restare nel servizio di tutela, sia per il gas che per la luce, che si possa rientrare nel Servizio a Tutele Graduali della luce almeno fino a fine anno e non, come previsto ora, solo fino al 30 giugno 2025, che l’Iva sul gas sia portata tutta al 10%, e non come ora al 10% per i consumi fino a 480 metri cubi e al 22% per quelli superiori (era tutta al 5% con Draghi), che per chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate siano ripristinate le soglie Isee elevate da Draghi, ossia 15.000 euro e 30.000 euro per i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, contro quelle attuali pari, rispettivamente, a 9.530 euro e 20.000 euro, possibilmente introducendo nuovo soglie intermedie” prosegue Vignola.
“Bisogna poi ripristinare i crediti di importa per le imprese, per evitare che l’inflazione torni a decollare” conclude Vignola.