FISCO: la Tari finisce nella bolletta elettrica?
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Blitz della Lega per i comuni in dissesto: dopo il canone Rai, in bolletta arriva la Tari.
Roma, 19 dicembre 2018 – Incredibile ma vero! Dopo il canone Rai, nella bolletta della luce potrebbe finire anche la Tari, la tassa sui rifiuti. E’ quanto prevede un emendamento alla manovra di Bilancio a firma degli Senatori della Lega Romeo, Rivolta, Ferrero, Zuliani, Solinas, secondo il quale “Per i comuni che si trovano in stato di dissesto finanziario (…), ovvero che hanno deliberato un piano di riequilibrio finanziario (…) il pagamento della tassa sui rifiuti (…) da parte dei titolari di utenza di fornitura di energia elettrica può avvenire, a seguito di apposita deliberazione del Comune (…) mediante addebito sulle fatture emesse dall’impresa elettrica“.
“Un blitz, un abuso bello e buono! Un pericolo che va subito scongiurato. Annunciamo fin d’ora battaglia in ogni sede per tutelare i contribuenti italiani. Altro che Governo del cambiamento! Rifanno pari pari quanto fatto dal Governo Renzi per il canone Rai, senza però nemmeno avere la giustificazione dell’evasione” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
“La bolletta della luce è talmente un rompicapo che gli italiani la pagano senza nemmeno leggerla. Ci hanno rinunciato da tempo! Quindi diventerebbe quasi impossibile riuscire a far valere i propri diritti, in caso di importi della tassa sui rifiuti sbagliati, per non parlare dell’impresa titanica che dovrebbero compiere per pagare la luce, scorporando la Tari” prosegue Vignola.
“Nell’emendamento, infatti, hanno fatto la bella pensata di estendere in modo automatico le autorizzazioni all’addebito diretto sul conto corrente bancario e l’utente ha facoltà di revocare la domiciliazione solo nel suo complesso, ossia sia tari che luce” prosegue Vignola.
“Se passasse questo emendamento, lo Statuto del contribuente, la legge più violata d’Italia, diventerebbe definitivamente carta straccia. Altro che diritto all’informazione del contribuente, chiarezza e trasparenza delle disposizioni tributarie, rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria improntati al principio della collaborazione e della buona fede” conclude Vignola.