ISTAT: aumenta il carrello della spesa
Roma, 13 maggio 2015 – Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat, ad aprile l’indice dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e registra, come nei due mesi precedenti, una diminuzione, su base annua, pari a -0,1% (secondo la stima preliminare, l’inflazione era nulla). Prosegue, dunque, la deflazione.
Confermato, invece, l’aumento dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che, come a marzo, segnano un incremento dello 0,8% su base annua, determinando, in termini di aumento del costo della vita, per la tradizionale famiglia italiana, una coppia con due figli, un aggravio di spesa di 55 euro in più su base annua.
Rispetto al permanere della deflazione, l’UNC fa notare come la stessa Bce, nei giorni scorsi, abbia dovuto ammettere che “nonostante la bassa inflazione, non ci sono segnali che i consumatori stiano rinviando gli acquisti”.
“Le famiglie non rinviano certo gli acquisti per un’aspettativa di abbassamento indistinto dei prezzi dello 0,1 o dello 0,6%, semmai perché non hanno più soldi” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. “Quello che invece dovrebbe preoccupare è che i prezzi delle spese di tutti i giorni, quelle non rinviabili e necessarie, il cosiddetto carrello della spesa, salgono dello 0,8%. Un aumento in sé basso, ma pericoloso in previsione dei futuri aumenti legati al Quantitative Easing” ha concluso Dona.
L’UNC ricorda che secondo le stime di Bankitalia il solo QE determinerà un aumento dell’inflazione di 0,5 punti percentuali nel 2015 e di 0,7 punti nel 2016.
Analizzando i dati dell’inflazione per città, quella più cara d’Italia si conferma Bolzano, che registra il maggior aumento dei prezzi (+0,5%), con un aggravio di spesa, per una famiglia da 3 componenti, di 230 euro su base annua. Seguono, come città più care, L’Aquila (88 euro) e Potenza, dove l’inflazione dello 0,2% si traduce in un aumento del costo della vita pari a 54 euro..
La palma del risparmio, invece, spetta a Bologna, dove l’abbassamento dei prezzi dell’1,1% consente ad una famiglia di 3 persone di risparmiare 419 euro su base annua, in termini di riduzione del costo della vita. Al secondo posto Trento, con 145 euro, seguita da Cagliari, dove una famiglia di 3 persone può risparmiare 123 euro.