ISTAT: dal 2010 al 2014 i dipendenti in attesa di rinnovo salgono del 48,8%
Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
Roma, 29 gennaio 2015. “I dati resi noti oggi dall’Istat sulle retribuzioni sono allarmanti. I consumi non potranno mai riprendere se i lavoratori non ricevono uno stipendio adeguato e non vedono rinnovati i loro contratti” ha commentato Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’UNC denuncia il fatto che dal dicembre 2010 al dicembre 2014, in appena 4 anni, la quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’intera economia è passata dal 37,3% al 55,5%, un incremento del 48,8%. Nel dicembre 2009 era appena il 10,3%. Anche i mesi che bisogna attendere per veder rinnovato il proprio contratto scaduto sono diventati inaccettabili, passando dai 14,5 mesi del 2010 ai 37,3 mesi del dicembre 2014 (+157,2%). La diretta conseguenza di questi dati è che le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2014 sono salite solo dell’1,3%, il minimo storico, la variazione più bassa dal 1982, anno d’inizio delle serie.
“Invitiamo il Governo a dare il buon esempio, sbloccando il congelamento delle retribuzioni dei dipendenti pubblici ormai ferme da troppi anni” ha concluso l’avv. Dona (segui @massidona su Twitter).