Istat: +0,6% l’inflazione media del 2019
Nel mese di dicembre 2019, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,2% del mese precedente). Lo comunica l’Istat nei dati definitivi, confermando la stima preliminare.
La lieve accelerazione dell’inflazione nel mese di dicembre è imputabile prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che passano da -3,0% a +1,6%), in particolare all’accelerazione dei prezzi dei carburanti (una componente molto volatile del paniere).
Rispetto alle divisioni di spesa, i maggiori aumenti mensili per Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,5%) e Trasporti (+0,6%). In calo Bevande alcoliche e tabacchi (-0,6%) e Servizi ricettivi e di ristorazione (-0,5%).
Su base annua, gli incrementi più rilevanti per Bevande alcoliche e tabacchi (+2%), Altri beni e servizi (+1,6%), Trasporti Servizi ricettivi e di ristorazione e Istruzione (+1,2% per tutte e 3). In flessione solo Comunicazioni (-6,6%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,7%).
Considerando i singoli beni e servizi, si segnalano i rialzi mensili dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (+3,5%), Benzina (+0,5%), Gasolio per mezzi di trasporto (+0,4%), Gasolio da riscaldamento (+0,6%), Altri carburanti (+1,1%), Energia elettrica mercato libero (+0,4% su base mensile e +5,7% rispetto a dicembre 2018), Voli nazionali (+7,4%), Voli internazionali (+10,2%), Trasporto marittimo e per vie d’acqua interne (+5,2%).
In media, nel 2019 i prezzi al consumo registrano una crescita dello 0,6%, dimezzando quella del 2018 e del 2017 (entrambe a +1,2%).
Per quanto concerne le regioni, a dicembre gli incrementi annui più rilevanti per Trentino (+1,2%), Abruzzo (+0,8%), Puglia (+0,8%) e Liguria (+0,7%). Variazione nulla per la Valle d’Aosta.
Per quanto riguarda i capoluoghi di regione ed i comuni non capoluoghi di regione con più di 150 mila abitanti, le variazioni annue più consistenti per Bolzano (+1,4%), Bari (+1,2%), Trento (+0,9%) e Napoli (+0,8%). Prezzi stabili ad Ancona, Aosta e Potenza. Unica città in deflazione, Bologna (-0,2%).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, non variano rispetto a novembre 2019 e salgono dello 0,6% su dicembre 2018 (era +0,5% a novembre). La variazione media annua 2019 è pari a +0,6% (era +1,2 nel 2018).
I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto rimangono stazionari su base mensile e aumentano dell’1% nei dodici mesi (da +0,4% del mese precedente). La variazione media 2019 è +0,8% (era +1,8% nel 2018).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) cresce dello 0,2% in termini congiunturali e dello 0,5% su base annua (da +0,2% di novembre). La variazione media 2019 è pari a +0,6% (+1,2% nel 2018).
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,4% in termini tendenziali. La variazione media annua relativa al 2019 è pari a +0,5% (era +1,1% nel 2018).
L’Istat, allo scopo di valutare i diversi effetti dell’inflazione, misurata dall’IPCA, sulle famiglie, le ha distinte per livelli di consumo, ordinandole in base alla loro spesa equivalente (per tener conto della numerosità di ciascun nucleo familiare e permettere confronti diretti tra i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa). Ha suddiviso le famiglie in cinque classi (quinti) di pari numero: nel primo quinto (o gruppo) sono presenti le famiglie con la spesa mensile equivalente più bassa (generalmente le meno abbienti) e nell’ultimo quinto quelle con la spesa mensile più alta.
Il primo quinto, quello con la spesa mensile più bassa, nel 2019 registra l’inflazione media pari a +0,6%. Per il secondo e terzo quinto il rialzo dei prezzi è +0,5%, per il quarto gruppo +0,6%, +0,7% per l’ultimo quinto, ossia per le famiglie con la spesa mensile più alta.