LIRA-EURO: il cambio deve valere per tutti e non solo per chi l’aveva richiesto
L’Unc contesta la nota di Bankitalia e il Ministero dell’Economia sulle lire da cambiare: il cambio deve valere per tutti e non solo per chi si era presentato agli sportelli.
Roma, 22 gennaio 2016 – Secondo il comunicato stampa di ieri della Banca d’Italia, a partire da oggi “chi è in grado di documentare di aver richiesto di convertire lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo, potrà eseguire la conversione presso una qualsiasi delle Filiali della Banca d’Italia che svolgono il servizio di Tesoreria dello Stato“. Ma la tesi di Bankitalia e del ministero dell’Economia e delle Finanze è contestata dall’Unione Nazionale Consumatori.
“Tutti gli italiani che posseggono ancora il vecchio conio possono ottenere il cambio lira/euro, non solo chi si era presentato agli sportelli di Bankitalia tra il 6 dicembre ed il 28 febbraio” ha dichiarato il Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori di Messina, l’Avv. Mario Intilisano, che su questa vicenda sta seguendo il processo in corso al Tribunale di Messina.
“Sul sito della Banca d’Italia, infatti, in quel periodo era presente un avviso che annunciava che non era più possibile la conversione. Per non parlare dei giornali e dei telegiornali. Normale, quindi, che i possessori della lira non si siano presentati, in quel lasso di tempo, agli sportelli delle filiali della Banca d’Italia, rinunciando al cambio. Ma i loro diritti, come attesta ora la sentenza della Consulta, non erano venuti meno. Quindi i termini vanno riaperti per tutti” ha concluso Intilisano.
L’Unione Nazionale Consumatori invita chi possiede ancora le lire, monete e cartamoneta, a presentarsi immediatamente, e comunque entro il 28 gennaio, alle Filiali della Banca d’Italia, chiedendo la conversione in euro delle vecchie monete e banconote detenute, e facendosi rilasciare ricevuta scritta di diniego, interrompendo così i termini di prescrizione.
In alternativa, da lunedì, i consumatori potranno richiedere all’indirizzo email [email protected] un modello predisposto di diffida da inoltrare per raccomandata alla Banca d’Italia.