COMMERCIO: la liberalizzazione degli orari non si tocca, nonostante gli scioperi
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
I commercianti annunciano scioperi a Pasqua per protestare contro le aperture festive. Per Unc la deregulation sancisce la libertà di impresa di poter aprire senza vincoli anacronistici .
Roma, 30 marzo 2018 – Lo sciopero contro le aperture festive, previsto per la prossima Pasqua, secondo la Confcommercio conferma che la deregulation è stata un disastro per il settore e ha portato alla cessazione di almeno 90 mila piccoli negozi.
“I commercianti non prendano scuse! Se hanno chiuso molti piccoli negozi è per via della crisi e dei consumi che, per quanto in leggera risalita, sono ancora al palo. Se le famiglie si sono spostate dai negozi di vicinato alla grande distribuzione e ai discount è solo perché, non riuscendo ad arrivare alla fine del mese, sono in costante ricerca di offerte promozionali e sconti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Giù le mani, quindi, dall’apertura libera dei negozi e no alle speculazioni e ai tentativi di modificare una norma che sancisce la sacrosanta libertà di impresa di poter aprire senza vincoli anacronistici e restrizioni tipici di un’economia dirigistica che non funziona più in nessun paese al mondo” prosegue Dona.
“Non accettiamo, poi, che si usino strumentalmente i lavoratori come paravento. Il diritto al riposo settimanale del singolo lavoratore è sacrosanto e non ha nulla a che fare con l’apertura 24 ore su 24 o quella domenicale. Se, invece, di fare contratti di lavoro part-time di tipo verticale per il week-end ci sono commercianti che sfruttano i dipendenti, imponendo orari di lavoro impossibili, allora si combattano gli abusi ed i sindacati ed il legislatore si occupino di questo problema” conclude Dona