Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
Roma, 16 dicembre 2009 – “Una class-action contro i pastai per il rimborso del maggior costo pagato dai consumatori di pasta dal 2006 al 2008 è quanto potrebbe accadere se, dopo l’accertamento del cartello anticoncorrenziale, fossero anche stabilite responsabilità penali a carico delle industrie del settore”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando l’inchiesta in cui sono finite nel mirino della Guardia di Finanza le cinque più grandi aziende italiane produttrici di pasta.
“Al centro dell’indagine -spiega Dona- l’aumento ingiustificato del prezzo della pasta cresciuto dal 2007 ad oggi del 50% (pesando per più di cento euro per ogni famiglia): l’ipotesi di reato alla quale lavora la Procura di Roma sarebbe l’articolo 501 bis del codice penale, vale a dire la manovra speculativa sul prezzo delle merci”.
“Ci auguriamo -prosegue il Segretario generale- che l’industria della pasta, messa ancora con le spalle al muro dalla nuova indagine, collabori a pieno con gli inquirenti ed interrompa la strenua difesa dell’indifendibile: in questi ultimi mesi hanno davvero fatto una brutta figura accampando ogni genere di giustificazione, giungendo ad accusare il Presidente Antonio Catricalà di protagonismo, minacciando – più o meno velatamente – il rischio di dover ridurre i posti di lavoro”.
“ Molto meglio farebbero i pastai -conclude Dona- a ridurre i prezzi di vendita del prodotto, prendendo atto di essere stati colti con le mani nel sacco (di farina)”.
Roma, 16 dicembre 2009