PENSIONI: serve indice inflazione ad hoc per i pensionati
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Per Spi-Cgil, oltre 90% pensionati ritiene di aver perso potere d’acquisto. In manovra meno di 3 euro per pensioni da 3 a 4 volte il minimo
Roma, 9 novembre 2019 – “Vero! E’ la pura verità. Tutti i pensionati hanno perso potere d’acquisto, anche quelli che percepiscono una pensione inferiore a 3 volte il trattamento minimo” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Spi-Cgil, secondo i quali oltre il 90% dei pensionati ritiene di aver perso parte del proprio potere d’acquisto ed il 41% ritiene urgente il miglioramento del sistema di rivalutazione delle pensioni.
“In questi anni, infatti, i pensionati hanno avuto un’inflazione sempre superiore rispetto a quella ufficiale, talvolta anche doppia, visto che per loro pesano molto di più i prezzi del carrello della spesa e di voci come alimentazione e abitazione, rispetto ad altre divisioni di spesa come le comunicazioni, sempre in deflazione. Insomma, i pensionati, specie quelli al minimo, hanno un’inflazione diversa rispetto ad un operaio o alla media degli italiani e serve un indice ad hoc per misurarla, altrimenti avranno sempre una perdita del potere d’acquisto” prosegue Dona.
“Quanto al blocco delle rivalutazioni, in manovra si porta al 100% la rivalutazione delle pensioni da 3 a 4 volte il minimo, ossia da 1.539,03 a 2.052,04 euro. Un provvedimento che va nella giusta direzione. Peccato che si traduca in meno di 3 euro all’anno, visto che avevano già la rivalutazione al 97% e l’inflazione è bassa. Inoltre bisognerebbe tornare ad un sistema di rivalutazione delle pensioni per scaglioni, ossia per fasce di importo, anche se magari riviste rispetto allo schema della legge 388/2000, invece di rivalutarle come ora sull’importo complessivo” conclude Dona.