Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori
L’Unione Nazionale Consumatori, la prima organizzazione consumerista in Italia, presenta la nona edizione del Premio “Vincenzo Dona”, dedicato alla memoria del suo fondatore, offrendo un momento di riflessione sulle “persone” raccontando i temi dell’innovazione, della gestione dei dati personali e delle nuove modalità di servizio rivolte alla cittadinanza nell’economia collaborativa.
Roma, 27 novembre 2015 – Appuntamento questa mattina a
Roma (
Teatro Argentina, Largo di Torre Argentina 52) con la nona edizione del
Premio “Vincenzo Dona, voce dei consumatori”, evento organizzato dall’Unione Nazionale Consumatori, la prima organizzazione di consumatori in Italia, fondata nel novembre 1955 da Vincenzo Dona.
L’incontro, ispirato al ricordo del fondatore, autentica “voce dei consumatori” ed iniziatore del movimento consumerista italiano, intende quest’anno focalizzare l’attenzione sulle “persone” alla presenza di autorevoli personalità del mondo accademico, politico e istituzionale.
Il Premio “Vincenzo Dona, voce dei consumatori” 2015 è conferito al giornalista e autore di “Sereno Variabile”
Osvaldo Bevilacqua e al Garante europeo della protezione dei dati
Giovanni Buttarelli.
Ecco le dichiarazioni di alcuni partecipanti alla mattinata di convegno:
L’avvocato
Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori ha dichiarato: “
E’ troppo presto per dire se possiamo intravedere già questo importante cambio di paradigma (dai consumatori alle persone), quel che è certo è che lo sviluppo del digitale sta modificando radicalmente le relazioni tra il pubblico e le imprese. In una strana mescolanza di fenomeni inediti, siamo testimoni di una crescente fluidità nelle relazioni che possiamo immaginare ispirate a due tendenze apparentemente inconciliabili: accanto al diffuso globalismo dei nostri tempi, emerge un crescente individualismo. Universale e personale, standardizzazione e customizzazione si confrontano in una continua dialettica che dà vita a situazioni nuove, apparentemente contraddittorie. Pensiamo al nuovo marketing che è sempre più di massa e nel contempo sempre più one to one. Sembra un ossimoro! Pensiamo al trionfo delle “start-up”, che portano con sé, insieme a caratteri fortemente innovativi, l’adesione alla marca (alcune di queste sono più brand rispetto a certe industrie centenarie). Pensiamo a come evolve l’ideologia del rapporto azienda-cliente; celebriamo l’estinzione delle relazioni asimmetriche, dell’adesione fideistica della marca, alla quale va sostituendosi un nuovo patto sociale: non più delega acritica da parte dei consumatori, ma un nuovo diritto di scelta, di giudizio da parte delle persone, nuovi protagonisti nell’economia circolare”.
Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati, che riceve il Premio Vincenzo Dona 2015 commenta:
“L´Europa si accinge a varare una riforma epocale per i diritti della persona che avrà importanti effetti su utenti, consumatori e abbonati, considerati come “persone”, anziché come oggetti passivi di un business insaziabile di informazioni su comportamenti, movimenti gusti e preferenze. Venti anni dopo la prima armonizzazione delle norme nazionali in tema di privacy, un regolamento di seconda generazione cambierà in radice le leggi di 28 Paesi. I valori della Carta europea dei diritti e del Trattato di Lisbona possono divenire una realtà concreta nella vita di tutti i giorni. Mentre registriamo momenti critici per la sicurezza dei cittadini e l´integrazione europea, le nuove tecnologie cambiano radicalmente i rapporti commerciali. I cambiamenti attorno al Big Data sono più radicali della rivoluzione industriale dell´800. Grandi opportunità e benefici sociali, ma anche riflessioni etiche, rischi di concentrazione delle informazioni in poche mani, opacità e discriminazione. La protezione dei dati 2.0 vuole porre l´individuo al centro di questi processi, e porre nuove garanzie per il rispetto della persona in quanto tale e non perché “consumiamo”. Sono onorato dell´attenzione rivolta quest´anno all´Autorità europea che presiedo. Condividerò il Premio Vincenzo Dona 2015 con tutti i miei collaboratori che hanno contribuito ai grandi risultati raggiunti.
Cosimo Finzi, Presidente Astra Ricerche, ha affermato:
“Navigando in Internet, si rendono disponibili – in modo consapevole o non consapevole – una grande quantità di informazioni su di sé: caratteristiche demografiche, comportamentali, di opinione, etc. Negli ultimi anni si è sviluppata la tendenza a proporre servizi e prodotti in base alle preferenze espresse dagli utenti; spesso si tratta di preferenze espresse in maniera implicita (ad esempio tramite ciò che è stato letto, visionato, esitato, acquistato) e meno tramite indicazione esplicita. Si assiste poi sempre di più alla presenza di informazioni selezionate in base ai gusti, agli interessi, alle preferenze espresse dagli utenti. Dal punto di vista del cittadino-consumatore i filtri (ovvero il nascondere le informazioni e le proposte commerciali potenzialmente non interessanti) e le evidenziazioni (ovvero il proporre primariamente ciò che dovrebbe essere interessante e rilevante per l’utente) possono costituire un vantaggio in termini di riduzione sia del tempo necessario a trovare qualcosa di interessante, sia di fatica connessa; dal punto di vista del sistema economico possono rappresentare un incentivo all’acquisto e quindi aiutare a ‘far girare l’economia’; dal punto di vista del provider di offerte commerciali o di informazioni possono rappresentare una tecnica di fidelizzazione. Ma cosa rischiano di rappresentare per la Società nel suo insieme? Si rischia di creare un sistema in cui le scelte personali tendono a essere ribadite o modificate in modo moderato/marginale; una Società, al contrario, ha bisogno che i cittadini siano in grado di mettere in discussione le proprie scelte, preferenze, attitudini, magari non per cambiarle ma eventualmente solo per fruire dei vantaggi che il possibile cambiamento porta nelle nostre vite”.
Questo il commento di
Armando Garosci, giornalista di Largo Consumo:
“In un tempo di crisi della rappresentanza per alcune istituzioni, si pone la sfida di nuovi patti tra le organizzazioni e le persone. Le imprese hanno una grande opportunità in questo senso, di apparire cioè rilevanti nella vita dei propri numerosi interlocutori sociali. La fiducia è la valuta di scambio di tali relazioni”.
Ecco le parole di
Cristina Lazzati, Direttore responsabile Mark up:
“Stiamo passando dall’era del consumo a quella dell’utilizzo, dalla dipendenza alla collaborazione, complice anche la grande presenza che ormai ha nelle nostre vite il web. Un cambio non da poco che ci vede più padroni del nostro destino, più influenzatori che influenzati, cittadini per l’appunto, con una voce più riconosciuta. E’ tempo per le imprese di accettare questo cambio e di adeguarsi, mettendosi al servizio dei loro “utilizzatori”, in ascolto dei loro “collaboratori”, solo così il cambiamento continuo, che segna e segnerà presente e futuro, potrà chiamarsi innovazione”.
Ovidio Salvetti, Direttore Ricerca Istituto Scienza e Tecnologie dell’informazione – CNR, ha dichiarato: “
Il volto è stato considerato fin dall’antichità uno specchio delle emozioni e delle malattie. In epoca pitagorica e socratica la fisiognomica era la scienza che considerava il volto come descrittore della personalità che era intesa come il risultato dell’interazione circolare tra psyche e soma. La semiotica medica classica considera il volto come un importante rivelatore di informazioni in cui si compongono segni fisici integrati con tratti espressivi. Ogni quadro semiologico è infatti il risultato dell’associazione di molteplici segni che nel loro insieme costituiscono un pattern caratteristico denominato “facies” considerato tipico di definiti quadri collegati alla salute e al benessere individuale. I descrittori più comunemente usati sono il colore della cute e delle mucose, la distribuzione del grasso sottocutaneo, la sudorazione, la mimica faciale, l’espressione, le alterazioni della struttura delle parti molli e ossee. L’informatica ha permesso di sviluppare applicazioni indirizzate a uno studio sistematico delle caratteristiche morfometriche che hanno avuto applicazioni in campo antropologico, criminologico e neuropsichiatrico. In campo medico invece lo sviluppo di tecnologie diagnostiche come le tecniche per immagine, biologiche e genetiche ha messo a disposizione strumenti diagnostici efficienti, ma anche complessi, per la gestione della salute e ha indotto a sottostimare l’utilità di conoscenze basate su segnali di più diretta rilevazione come quelli della semeiotica fisica. Appare dunque sorprendente come una conoscenza comune a tutte le culture umane, che riconosce il volto come un indicatore dello stato di salute, non abbia suscitato un interesse scientifico sistematico. Esiste quindi la potenzialità di tradurre il codice semiologico del volto in indicatori che potrebbero rivelarsi estremamente utili per lo screening e la prevenzione di malattie epidemiologicamente rilevanti, ad esempio cardiovascolari e metaboliche, per le quali esiste una crescita esponenziale dei costi sociali correlati con l’uso, spesso inappropriato, di tecniche diagnostiche complesse”.
Questo il commento di
Gea Scancarello, Giornalista e Blogger – Pane & sharing
: “Non più solo consumatori ma anche soggetti attivi. Con la possibilità di scegliere, di valutare, di decidere. E con l’onere di orientare il giudizio degli altri: una responsabilità di peso, fondamentale nel dare forma ai rapporti – umani ed economici – del nuovo tempo. Sono alcuni dei cambiamenti introdotti (anche) dall’economia collaborativa, che ha contribuito a scardinare alcuni monopoli e ha fornito ai cittadini nuove possibilità di partecipazione ai servizi di cui fruisce. Si tratta di un nuovo ordine che può e deve ancora crescere, grazie a maggiori aperture del legislatore, a interventi di sostegno delle start up e a una cornice regolamentativa chiara. Ma che porta con sé molte domande e molte sfide. Per esempio il nuovo ruolo dei consumatori-prestatori d’opera. La gestione dei dati risultanti degli scambi: e se fossero utilizzati per migliorare l’intorno sociale o le nuove scelte aziendali?”.
Silvio Siliprandi, Presidente GFK Eurisko, ha affermato:
“La crescita di cultura, saperi, informazione, accessi, scambi tra le persone, apre oggi possibilità e orizzonti nuovi. Promuove un “empowerment” senza precedenti, con donne e uomini insofferenti alle imposizioni, alle gerarchie, alle regole, alle formalità. Quindi, cittadini e consumatori sempre più mobili, “infedeli”, esigenti, alla ricerca di nuove esperienze di consumo e nella vita quotidiana (relazioni, scelte politiche, interessi, scelte di consumo). Vengono così messi in crisi alcuni miti del consumo: la delega alla Grande Marca, il mito del prezzo come sinonimo di qualità, il mito della storia come sinonimo di autorevolezza; contemporaneamente emergono nuovi ancoraggi di senso: il mito dell’esploratività, il mito del consumo economico e “smart”, l’”ideologia” dell’innovazione e della start up… In questo modo, l’idea di un consumatore appiattito su una dimensione di crisi e/o di razionalità economica appare del tutto fuorviante ed emerge con forza una figura molto più complessa, ricca di sfumature, multidimensionale”.
In occasione dell’incontro si svolgerà la cerimonia di consegna dei premi “Vincenzo Dona”: nella scorsa edizione sono stati premiati
Nicola Gratteri (Procuratore della Repubblica Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria) e
Jeremy Rifkin (President Foundation on Economic Trends). (Vedi foto).
Questi i premi che saranno assegnati per il 2015:
“Premio Vincenzo Dona” per le personalità che si sono distinte per l’impegno a favore dei consumatori:
- Osvaldo Bevilacqua, giornalista e autore del programma “Sereno Variabile”
- Giovanni Buttarelli, Garante europeo della protezione dei dati
“Premio Vincenzo Dona” per le migliori tesi di laurea in materia di tutela dei consumatori. Riceveranno il Premio:
- Michela Gallo – Alma Mater Studiorum Università degli Studi di Bologna
- Alice De Benetti – Università degli Studi di Udine
- Menzione speciale: Elisa Pavan UNIVERSITA’ IULM DI MILANO
“Premio Vincenzo Dona” per i comitati locali dell’Unione Nazionale Consumatori:
Comitato di Foggia