Governo incontra i sindacati su caro prezzi. Bene, ma ora incontri anche i consumatori e rinvii la fine del mercato tutelato.
Roma, 22 settembre 2023 – “Bene che il Governo abbia incontrato oggi i sindacati sul caro prezzi, anche se ci sfugge perché non abbia sentito pure le associazioni dei consumatori prima del varo del trimestre anti-inflazione previsto per il 28 settembre, considerato che si occupano di inflazione da quando sono nate, nel nostro caso dal 1955, e che sono i consumatori quando vanno a fare la spesa a pagare i rincari. Anche il presidente della Cisl Luigi Sbarra ha chiesto oggi di allargare la partecipazione alle associazioni dei consumatori” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Sul tema dei lavoratori, considerato che secondo i dati Ocse l’Italia è il Paese che ha registrato il calo dei salari reali più forte tra le principali economie, da anni proponiamo che, se i contratti non vengono rinnovati, scatti in automatico il ripristino della scala mobile all’inflazione programmata, magari solo per chi ha un reddito inferiore a 35 mila euro, così da evitare il rischio di una spirale salari – inflazione” prosegue Dona.
“In ogni caso la via maestra, invece di rincorrere l’inflazione, è quella di ridurla, rimuovendone le cause. Per questo chiediamo al Governo che nel Consiglio dei ministri di lunedì proroghi come minimo gli sconti in bolletta sul gas, ossia Iva al 5% e azzeramento degli oneri, ripristini quelli della luce, tagli di 10 cent le accise sui carburanti e rinvii la fine del mercato tutelato, sia per la luce che per il gas, al 10 gennaio 2025, un provvedimento a costo zero che può evitare però di mandare definitivamente sul lastrico le famiglie, atteso che secondo gli ultimi dati Istat relativi ad agosto 2023, pur se i prezzi sono in calo rispetto a quelli ancor più pazzi dell’agosto 2022, il gas del mercato tutelato è sceso del 33,1%, quello del libero solo del 3,6%. Stessa cosa per la luce che nel tutelato precipita del 27,6% su agosto 2022 mentre nel libero solo dell’8,1%” conclude Dona.