PUBBLICITA’ – Condannata Eni grazie a “Cose da non credere”

Andrea Fiorentini
12 Settembre 2013
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Comunicato stampa dell’Unione Nazionale Consumatori

A seguito della denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori, attraverso la campagna di video "Cose da non credere", l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha multato Eni per lo spot "Eni 3".

Roma, 12 settembre 2013 – "’Cose da non credere’ colpisce ancora e dopo la nostra video-denuncia arriva la sanzione dell’Antitrust". E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (www.consumatori.it), annunciando la multa di 250 mila euro comminata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad Eni per la pubblicità "Eni 3".

"Lo scorso dicembre -ricorda Dona (segui @massidona su Twitter)- denunciammo attraverso la nostra campagna ‘Cose da non credere’ (Guarda il video #cosedanoncredere 03: Eni e la campagna ‘scopri eni3‘) lo spot di Eni in cui si pubblicizzava un’offerta comprendente gas, luce e carburante ‘finalmente in un unico pacchetto’; come rilevato dal Garante ‘gli spot andati in onda nel periodo novembre-dicembre 2012 erano ambigui e omissivi, in grado di falsare in misura apprezzabile le scelte dei consumatori in relazione ai servizi pubblicizzati‘. Il messaggio pubblicitario, infatti -spiega l’avvocato Dona- attraverso le immagini e la voce fuori campo, veicolava ai potenziali nuovi clienti una promessa particolarmente allettante consistente nella possibilità di bloccare il prezzo della bolletta di luce e gas per 36 mesi e di ottenere uno sconto immediato di 6 cent sull’acquisto di un litro di carburante: in realtà il blocco dei prezzi riguardava soltanto una quota delle bollette (la c.d. quota energia) difficilmente quantificabile da parte dei consumatori, mentre per ottenere lo sconto sulla benzina era comunque necessario aderire ai programmi di fidelizzazione della società nella vendita di carburanti ".

"Oltre al messaggio ingannevole -ricorda Massimiliano Dona- la prima versione della pubblicità conteneva l’immagine di un grafitaro che disegnava il logo Eni sui muri delle città: grazie al nostro intervento, il writer (che sicuramente non veicolava un messaggio positivo) è scomparso nelle versioni successive, ma ciò non ha reso l’offerta più trasparente".

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