CANONE RAI: in bolletta è illegale senza una modifica della legge
Far pagare il canone Rai a chi paga una bolletta della luce non solo è contro la legge ma non risolve il problema dell’evasione: meglio controllare le antenne sui tetti e gli abbonati della paytv.
Roma, 5 ottobre 2015 – “Far pagare il canone Rai a chi paga una bolletta della luce è illegale senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che lo ha introdotto” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’UNC ricorda che l’art. 1 del R.D.L. n. 246 del 21/2/1938 è chiaro nello stabilire che il canone deve essere pagato da “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, ossia dei programmi televisivi.
“Non può essere introdotto il principio che deve pagare chi ha un contatore della luce con un emendamento messo nella legge di stabilità o nel Milleproroghe. Tanto più che viene invertito l’onere della prova, costringendo il consumatore a dover dimostrare la propria innocenza in un caso in cui è impossibile fornire documentazione adeguata a propria discolpa, come invece accade in altri esempi di evasione. Difficile provare di non avere una tv, senza una perquisizione delle forze dell’ordine nell’appartamento. Non possiamo, però, trattare chi non ha una televisione alla stregua di un criminale. Viene meno il principio di presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. La prova dell’evasione deve restare a carico dello Stato. Insomma, seppur da stigmatizzare, il fenomeno dell’evasione non può essere risolto così, anche perché si andrebbero a confondere ancor più le idee degli utenti che ricevono una bolletta elettrica” ha proseguito Dona.
“D’altronde non è complicato intercettare l’evasore. La prova è sui tetti delle case: chi ha un’antenna deve pagare il canone. Si possono, inoltre, incrociare i dati con quelli degli abbonati alle pay tv. E’ un sopruso bello e buono che nei confronti della pubblica amministrazione siano sempre i cittadini a dover dimostrare la propria innocenza” ha concluso Dona.