SALUTE: Ministero della Salute e Mise intervengano sulle certificazioni delle borracce
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
A seguito del successo della campagna #occhioallaborraccia che ha evidenziato la mancanza di una normativa adeguata, Unc scrive alle Istituzioni chiedendo maggiore chiarezza per la commercializzazione delle borracce.
Roma, 8 giugno 2020 – “I consumatori hanno bisogno di garanzie su quello che acquistano, soprattutto se si tratta di prodotti a contatto con gli alimenti come le borracce. Per questo abbiamo scritto al Ministero della Salute e dello Sviluppo Economico chiedendo norme più stringenti sulla commercializzazione delle borracce”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Nell’ultimo anno abbiamo assistito alla diffusione massiccia delle borracce dalle scuole agli uffici, passando per le palestre e le borse delle signore -prosegue il Presidente Dona- abbiamo notato però, da una parte una scarsa consapevolezza dei consumatori sull’utilizzo e la manutenzione (emersa anche dalla ricerca realizzata dalla nostra associazione con Euromedia Research), dall’altra un panorama davvero poco chiaro per quanto riguarda normative e certificazioni.”
“Non riusciamo a capire perché nessuno controlli che le borracce siano messe in vendita con un’adeguata indicazione come tutti i prodotti a contatto con gli alimenti (così detti Moca) -aggiunge l’avvocato Dona- il che non dà ai consumatori alcuna certezza sulla qualità dei materiali utilizzati e l’eventualità che rilascino elementi potenzialmente dannosi per la salute, come ha evidenziato un recente studio dell’Università La Sapienza di Roma sul rilascio chimico-fisico di elementi dalle borracce”.
“Abbiamo chiesto alle Istituzioni un intervento tempestivo affinché si faccia chiarezza soprattutto in vista della stagione estiva, quando le borracce sono maggiormente utilizzate e soprattutto con il ritorno sui banchi di scuola, considerato, l’appeal che le borracce hanno tra gli studenti e anche su molti presidi che le promuovono come gadget brandizzato”, conclude Dona.