TELEFONIA: bene proposta Antitrust sui costi di recesso, ma serve di più
Comunicato stampa Unione Nazionale Consumatori
Bene ma non basta! In caso di recesso anticipato dei consumatori, le spese che le compagnie telefoniche chiedono ai clienti vanno azzerate.
Roma, 23 marzo 2021 – “Bene, ma non basta! Serve di più! Se condividiamo in toto la riduzione della durata dei contratti di telefonia da 24 a 12 mesi, le spese di recesso per abbandonare la compagnia telefonica vanno azzerate, senza se e senza ma! Altrimenti le penali che dovevano uscire dalla porta fin dalle “lenzuolate” Bersani continueranno a restare e a rientrare dalle finestra. Le spese, già nella versione del decreto legge del 2007 dovevano essere giustificate da costi. Peccato che siano una stangata!” afferma l’avv. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando la proposta dell’Antitrust.
“Fino a che si dovrà pagare per cambiare compagnia telefonica non avremo mai una vera concorrenza, dato che il consumatore non potrà essere veramente libero di scegliere l’operatore più conveniente. Bisogna fare come i mutui dove le spese per cambiare banca sono pari a zero” conclude Dona.
L’Antitrust ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri la segnalazione contenente le proposte per la legge annuale sulla concorrenza, proponendo, tra le innumerevoli cose, per “impedire agli operatori di imporre corrispettivi rilevanti in caso di recesso anticipato dei consumatori“, la riduzione da 24 a 12 mesi dei contratti di telefonia e che, nel caso di risoluzione anticipata, i costi per il consumatore “siano equi e proporzionati al valore del contratto, escludendo comunque gli sconti promozionali“.