TRASPORTI: l’Ue adotta le stesse misure su Uber che il Governo italiano ha bocciato
Secondo le linee guida della Commissione Ue sull’economia collaborativa il divieto totale di attività come quella di Uber deve essere solo una misura estrema. Inoltre gli stati membri devono distinguere tra chi mette a disposizione l’auto occasionalmente per arrotondare, e chi invece lo fa a tempo pieno per mestiere.
Roma, 2 giugno 2016 – “Sono le stesse proposte che ha fatto l’Autorità dei trasporti in Italia, ma che finora il Governo non ha voluto accogliere per paura delle proteste dei tassisti, rinviando la questione ad un futuro decreto legislativo, invece di affrontare subito il tema nel ddl concorrenza” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
Ricordiamo, infatti, che l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) ha inviato esattamente un anno fa al Governo e al Parlamento un atto di segnalazione sull’autotrasporto di persone non di linea, ossia taxi, noleggio con conducente (NCC) e servizi tecnologici per la mobilità, con la quale si volevano ricondurre i servizi come quelli offerti da Uber al regime del lavoro occasionale.
“I servizi tecnologici per la mobilità consentono di intercettare una domanda di servizi che non intercettano i tassisti. Si tratta, quindi, di stabile le regole del gioco, ampliando l’offerta per il consumatore” ha proseguito Dona.
L’Unione Nazionale Consumatori ricorda che secondo la ricerca condotta dall’associazione, le piattaforme di sharing, la sera sono il mezzo preferito per il 17% dei consumatori. In particolare, si affidano alle piattaforme di sharing i giovani: il 22% tra i 18 ed i 40 anni, a fronte di un 9% di chi ha un’età compresa tra i 41-80 anni. La sharing economy, insomma, rappresenta il nuovo che avanza, soprattutto tra i più giovani.
A proposito di taxi, il servizio è ritenuto sicuro, efficiente e ben regolamentato dal 33% dei consumatori, ma più della metà (56% delle risposte) lo considera troppo costoso se paragonato alla qualità.