E voi lo sapevate se l’esercente può trattenere il nostro documento di identità?
Ha fatto notizia la decisione di un ristoratore di trattenere i documenti di identità
Oggi parliamo dei nostri documenti di identità. Nell’episodio di qualche giorno fa abbiamo parlato di SPID e Carta d’identità elettronica, oggi parliamo di come i documenti possono essere utilizzati nell’ambito dei rapporti di consumo!
Mi spiego meglio: in questi giorni ha fatto scalpore la notizia di un ristoratore che, di fronte all’ennesima truffa di clienti allontanatisi senza pagare il conto, avrebbe annunciato di voler richiedere un documento di identità ai consumatori proprio per garantirsi da simili” inconvenienti”.
Ovviamente, questa iniziativa non è accettabile dal punto di vista giuridico. Nessuno può pretendere i nostri documenti personali a eccezione delle forze dell’ordine (e persino loro con delle eccezioni). Di qui un dibattito su tutte quelle situazioni nelle quali è invece un privato (singolo commerciante o azienda) a richiederci documenti nell’ambito di un contratto.
Ma cosa dice la legge e quali sono le situazioni in cui un esercente può rivolgerci tale richiesta?
Casi specifici sono i contratti stipulati davanti al notaio (il quale per attestare l’identità dei presenti deve necessariamente prendere visione dei documenti). Il trasferimento di proprietà di beni mobili registrati (come auto e moto). A parte questi, per legge si può chiedere a un cliente una fotocopia del documento d’identità (per trattenerla) solamente in alcune ipotesi. Per acquistare una scheda Sim di un telefono cellulare (in virtù della legge sul contrasto al terrorismo internazionale). Per attivare una utenza di luce, acqua e gas e nel caso in cui la fotocopia venga chiesta dalla Pubblica amministrazione.
Dove possono richiederci un documento di identità?
Ma sappiamo che l’esibizione di un documento di identità può essere richiesta anche in Banca (o alle Poste) per registrare le generalità del soggetto che richiede di compiere un’operazione. (Apertura di un conto corrente, un prelievo, il ritiro di una raccomandata o di un plico per delega, ecc.)
Qui però siamo in un ambito diverso: si tratta di previsioni “contrattuali” e per questo, secondo il Garante Privacy, la banca o l’ufficio postale devono identificare l’interessato con modalità comunque proporzionate caso per caso (ad esempio verificando se si può identificare il soggetto sulla base di altri elementi, quali -ad esempio- la conoscenza personale o documenti acquisiti in precedenza).
La fotocopia di un documento d’identità, invece, può essere richiesta e trattenuta dalla banca o dalle poste solo se c’è una normativa che prevede espressamente l’acquisizione e la conservazione temporanea di tale copia: vedi il caso dello sconosciuto che si presenta ad incassare un assegno!
E se ci richiedono una fotocopia del documento di identità?
Diverso il caso in cui ci sia richiesto di esibire la fotocopia della carta d’identità di chi è delegato al compimento di un’operazione (ad esempio al ritiro di una raccomandata o di un pacco postale). Tuttavia, accertata l’identità del delegante e del delegato, la fotocopia deve essere restituita. Non può essere trattenuta.
Ancora: esibire un documento di identità può essere necessario nell’ambito dei servizi turistici. Ad esempio per imbarcarsi su aerei e traghetti. Mentre per alberghi e strutture ricettive, c’è una precisa previsione normativa: i gestori possono dare alloggio esclusivamente a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo. In questi casi, però, la legge non parla di obbligo di trattenere i documenti, quindi gli albergatori possono chiederti di esibire i documenti (per trascrivere i dati), ma non possono trattenerli, nemmeno in fotocopia.
Infine un documento di identità deve essere esibito per legge per attestare l’età del consumatore nel caso di vendita di bevande alcoliche e prodotti del tabacco (tranne nei casi in cui la maggiore eta’ dell’acquirente sia manifesta).
E analogo discorso vale laddove l’accesso a determinati servizi sia riservato ai maggiori di una certa età. Dagli spettacoli vietati ai minori ai servizi dell’azzardo (casinò, sale scommesse, sale bingo, tutti i giochi con vincite in denaro).
Poi, anche se non è più obbligatorio per legge, possono chiederti un documento quando paghi con carta di credito (non lo fa quasi nessuno, ma capita). Anche ogni volta che noleggi qualcosa (dalla bicicletta al pedalò), ma qui siamo nell’ambito dell’autonomia contrattuale.
Personalmente preferisco l’esercente che si limita ad annotare i miei dati rispetto a quello che pretende di trattenere “in pegno” il mio documento di identità. Non mi fido di lasciarlo nelle mani di uno sconosciuto. E poi il documento potrebbe servire a me, no?
Puoi anche ascoltare questo testo qui: L’esercente può trattenere il nostro documento di identità?
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 29 marzo 2023