E voi lo sapevate che potrebbe essere in arrivo una etichettatura “di pericolo” per le bevande alcoliche?
Preoccupazione nel settore vitivinicolo italiano
Oggi parliamo di alcolici: ha fatto scalpore la notizia che l’Irlanda voglia mettere sulle bottiglie delle bevande alcoliche un’avvertenza di pericolo (come per le sigarette). Ovviamente simili iniziative destano molta preoccupazione anche nel settore vitivinicolo italiano che teme la ricaduta sui consumi interni ed una contrazione delle esportazioni (al momento l’unica avvertenza obbligatoria sugli alcolici riguarda il consumo di alcol durante la gravidanza).
Ora è chiaro che sul tema si fronteggiano esigenze di salute pubblica e forti interessi commerciali, essendo il nostro Paese uno dei principali produttori del pianeta. Su una produzione mondiale di circa 264 milioni di ettolitri, quasi un quinto del vino prodotto a livello globale viene dal nostro Paese, al secondo posto c’è la Francia, al terzo la Spagna!
Ma quando si parla di salute, non si può che ragionare muovendo dai dati scientifici. Ricordo allora che lo IARC (Agenzia Internazionale sul Cancro, che è la struttura scientifica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha classificato l’alcol nel Gruppo 1 che comprende le sostanze cancerogene certe come il fumo del tabacco, l’amianto e le radiazioni. La decisione di questa classificazione è stata presa sulla base di dati scientifici che dimostrano la possibilità dell’alcol etilico di provocare sette diversi tipi di tumori di cui i più frequenti sono quelli del seno e intestinali.
L’OMS nell’illustrare le valutazioni dello IARC, precisa che non esistono dati scientifici che possono consentire di definire una dose di alcol priva di pericoli. Quindi si deve ritenere che anche modeste assunzioni possono comportare dei rischi. Per questo molti scienziati sostengono che è necessario informare i consumatori dei pericoli legati al consumo dell’alcol e suggeriscono una etichettatura simile a quella adottata per i prodotti da fumo a base di tabacco.
Il “paradosso francese”
D’altra parte non manca chi risponde che il consumo di modiche quantità di vino possa comportare benefici per la nostra salute e ci sono vari studi che sembrerebbero dimostrarlo. Si parla spesso del “paradosso francese” da cui risulterebbe che il consumo di vino rosso riduce il rischio di malattie cardiovascolari. Queste affermazioni però restano assai controverse per il fatto che la concentrazione di antiossidanti e vitamine nel vino é molto modesta!
Gli italiani consumano frequentemente alcolici
Eppure la maggioranza della popolazione italiana consuma frequentemente alcolici: si bevono circa 40 litri pro-capite annui di vino e 38 litri di birra. Secondo il Ministro della Salute (Relazione al Parlamento sull’alcol del 2020) i consumatori a rischio sono 8.6 milioni. I costi per i danni “sociali” ammonterebbero a circa 20/25 miliardi di euro annui a fronte (dati ISMEA) di un fatturato del settore vinicolo italiano nel 2021 di 13 miliardi di euro. Senza dire che il comparto occupa circa 1,2 milione di persone ed è quindi molto importante per la nostra economia.
Tuttavia ritengo che i vantaggi debbano necessariamente essere messi a confronto con le spese sostenute dal Servizio Sanitario Nazionale. Se è difficile fare i conti in tasca all’erario, è però interessante segnalare che negli Stati Uniti è stato valutato che per ogni dollaro incassato con le tasse sugli alcolici, lo Stato ne spende otto prevalentemente per l’assistenza sanitaria. Insomma, indipendentemente dagli importanti interessi economici, il consumo di bevande alcoliche comporta dei rischi per la salute pubblica e forse oggi i cittadini non sono informati in modo adeguato. Ora si può discutere di come farlo e se un’etichetta di pericolo sia sufficiente (e non solo un modo per le Istituzioni di mettersi a posto la coscienza), ma è chiaro che bisogna intervenire. C’è ancora troppa pubblicità degli alcolici in giro e lo slogan “bevi responsabilmente” è semplicemente ridicolo! Bisogna fare qualcosa e farlo presto!
Puoi anche ascoltare questo testo qui: Una etichettatura “di pericolo” per le bevande alcoliche?
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 01 febbraio 2023