E voi lo sapevate come ci influenzano i colori del marketing?
L’illusione dei colori nel marketing alimentare
Oggi parliamo di colori, di quelli usati dal marketing per spingerci a comprare qualcosa. Qualche tempo fa ho pubblicato un video sui miei canali social parlando delle retine che contengono frutta e verdura esposta in vendita al supermercato. Notavo retine rosse per le arance, gialle per i limoni, marroni per le patate e via dicendo… Un caso? Nooo, questo fenomeno, conosciuto come “confetti illusion”, rappresenta un affascinante esempio di come la psicologia della percezione viene utilizzata per influenzare le nostre scelte d’acquisto.
La psicologia dei colori nelle confezioni
La “confetti illusion” si basa su un principio fondamentale della percezione visiva: il nostro cervello tende a semplificare la complessità visiva raggruppando elementi simili in un’unica entità coerente. Proprio come i coriandoli (in inglese “confetti”) vengono percepiti come un insieme unitario, il nostro sistema visivo elabora la combinazione di retina e frutta come un tutto organico. Ed ecco la scelta di utilizzare retine rosse per le arance non è casuale: il colore della retina crea un contrasto che esalta la tonalità naturale dell’agrume, facendolo apparire più vivace e appetitoso. Ma non solo: si attivano diversi fattori psicologici e percettivi, alcuni che stimolano l’appetito (il colore rosso è scientificamente associato a questo istinto), ma anche ad amplificare la percezione di maturità del prodotto: nel mondo della frutta, il rosso viene istintivamente associato a un maggior grado di maturazione e quindi a una maggiore dolcezza. Seguendo lo stesso principio, i limoni vengono confezionati in retine gialle per massimizzare l’effetto di luminosità e freschezza del frutto. E poi ancora, patate, cipolle e altri ortaggi In tutti questi casi, le retine colorate creano un’illusione di perfezione e qualità superiore del prodotto. Ovviamente, nonostante l’efficacia di questa strategia di marketing, è importante considerare l’impatto ambientale delle retine in plastica. La sostenibilità ambientale suggerisce di preferire l’acquisto di frutta sfusa, riducendo così l’utilizzo di imballaggi non necessari.o…)
L’uso strategico dei colori nel marketing
Ma tornando al tema dei colori, va detto che la “confetti illusion” rappresenta solo un esempio di come la psicologia della percezione venga utilizzata nel marketing alimentare. Ma questo è solo l’inizio del viaggio nel mondo dei colori del marketing. Pensate ai fast food, per esempio, dove non mancano mai il rosso che stimola l’appetito (avete notato quanti ristoranti lo usano?) e il giallo (che cattura immediatamente la nostra attenzione). Insieme, questi colori ci spingono a mangiare di più e più velocemente. È una manipolazione sottile ma efficace delle nostre percezioni e dei nostri comportamenti. E che dire dei prodotti “light” o “dietetici”? Li trovate quasi sempre in confezioni bianche o in colori pastello. Il messaggio subliminale è chiaro: leggerezza, purezza, benessere. Il verde, poi, è diventato il colore simbolo del “biologico” e del “naturale”. Basta mettere una foglia verde sul packaging e improvvisamente il prodotto ci sembra più sano, più rispettoso dell’ambiente. Ma è davvero così? Nel mondo del lusso e dei prodotti premium, invece, dominano il nero, l’oro e l’argento. Questi colori sussurrano al nostro cervello parole come “eleganza”, “esclusività”, “qualità superiore”. Ma quante volte stiamo pagando solo il packaging sofisticato invece di una reale differenza di qualità? La manipolazione dei colori va oltre il semplice packaging. Pensate ai supermercati stessi: le zone dedicate a frutta e verdura sono spesso illuminate con luci che ne esaltano i colori naturali, facendoli sembrare più freschi e appetitosi. Il reparto panetteria usa luci calde che danno ai prodotti da forno quel aspetto appena sfornato che fa venire l’acquolina in bocca.
Consapevolezza e scelte d’acquisto
E non è finita qui. Le aziende di cosmetici usano il rosa e altri colori tenui come il verde acqua per i prodotti femminili e il blu, l’arancione, il nero per quelli maschili. Le banche preferiscono il blu per comunicare affidabilità e sicurezza. Le aziende tech alternano il minimalismo del bianco (pensate ad Apple) con tocchi di nero e oro per suggerire innovazione e potenza. Ma allora, come possiamo difenderci da questa manipolazione cromatica? La consapevolezza è il primo passo. Quando fate la spesa, prendetevi un momento per chiedervi: “Sto comprando questo prodotto perché ne ho davvero bisogno o perché il suo aspetto mi attrae?” Guardate oltre i colori accattivanti, leggete le etichette, confrontate i prezzi al chilo. Non lasciate che il marketing decida al posto vostro. Ricordate sempre che i colori sono un linguaggio potente che il marketing usa per comunicare con il nostro subconscio. Non sono “cattivi” di per sé, ma dobbiamo essere consapevoli di come influenzano le nostre scelte. Solo così potremo essere consumatori veramente liberi e consapevoli.
E voi lo sapevate?
Per saperne di più ascolta il podcast Non fatevi ingannare dai colori (del marketing)
Autore: Massimiliano Dona
Data: 23 gennaio 2025