E voi lo sapevate che la sostenibilità inizia dalle etichette?
Greenwashing ed etichette sostenibili
Oggi parliamo di greenwashing e della sostenibilità delle etichette. E’ di questi giorni la notizia del via libera del Parlamento europeo ad una legge che metta un freno all’uso di dichiarazioni fuorvianti sui temi legati al rispetto dell’ambiente e della sostenibilità. La direttiva, approvata con 593 voti favorevoli, 21 contrari e 14 astensioni, vieta l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente“, “rispettoso degli animali“, “verde“, “naturale“, “biodegradabile“, “a impatto climatico zero” o “eco” se non supportate da prove scientifiche. Secondo l’Ufficio Europe per l’Ambiente (EEB),il 75% dei prodotti sul mercato dell’Ue ha un’etichetta verde, ma più della metà di queste sono ingannevoli o false, mentre quasi la metà dei 230 marchi ecologici dell’Ue non ha criteri rigorosi di verifica.
In questo passaggio affidarsi a sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche rappresenta sicuramente un buon punto di partenza. Uno dei settori in cui l’etichettatura è fondamentale per guidare le scelte dei consumatori è il tessile: sono in aumento, infatti, coloro che prima di acquistare un abito fanno attenzione al materiale utilizzato e le sostanze chimiche presenti, sia perché ormai sono chiari a tutti i rischi per la pelle indossando capi che contengono sostanze nocive, ma anche per la sensibilità crescente sui danni ambientali del fast fashion.
Che succede in Italia?
Sulla scena italiana si colloca l’Associazione no-profit Tessile e Salute (TeS) la quale si occupa, sin dal 2001, di sostenibilità chimica nel settore e nel cui Consiglio Direttivo siede anche l’Istituto Superiore di Sanità.In collaborazione con alcuni stakeholder nazionali tra i quali Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI), Federchimica, Sistema Moda Italia (SMI) ed altri, ha realizzato due linee guida allo scopo di fare ordine nel settore e introdurre pratiche per un utilizzo delle sostanze chimiche sicure per il consumatore. In questo contesto, l’Associazione TeS ha rilasciato il marchio di certificazione UE ethic·et che rappresenta il primo marchio di certificazione europeo di un soggetto “terzo” (Impresa Sociale che unisce stakeholders, aziende, federazioni, produttori, istituzioni di categoria) finalizzato ad attestare la conformità di articoli tessili e relativi processi produttivi ai requisiti di sostenibilità ambientale per le sostanze chimiche previsti dalle linee guida.
Secondo una ricerca proprio di TeS le sostanze tossiche presenti sui tessuti, sulla pelletteria e sulle calzature sono la causa dell’8% delle patologie dermatologiche rilevate presso le strutture sanitarie e riconducibili, nella totalità dei casi, a capi di importazione. Il greenwashing quindi non solo è ingannevole, ma può anche mettere a rischio la salute dei consumatori.
Per conoscere gli altri consigli e sapere come far valere i tuoi diritti ascolta: Nuove regole sulle etichette ecologiche
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 31 gennaio 2024