E voi lo sapevate cosa sono i cookie wall?
Oggi parliamo di privacy e in particolare dei cookie: avete notato l’avviso comparso negli ultimi tempi sui siti di alcuni quotidiani online? In pratica, se vuoi leggere gratuitamente le notizie devi accettare tutti i cookie, oppure devi abbonarti per rifiutare il consenso ai cookie o personalizzare le scelte.
Per chi non lo sapesse i cookie sono frammenti di dati sugli utenti che il sito ci chiede di utilizzare per migliorare la navigazione: lo scambio di informazioni consente ai siti di riconoscere il tuo computer e inviargli informazioni personalizzate in base alle tue sessioni.
Cosa è successo?
Insomma, in questi giorni sulla home page di alcuni quotidiani online è apparso per la prima volta un “cookie wall”, che ha subito suscitato tante proteste! Il Garante Privacy è già intervenuto per comunicare che “anche a seguito di alcune segnalazioni, sta esaminando tali iniziative alla luce del quadro normativo attuale, anche al fine di valutare l’adozione di eventuali interventi in materia”. In pratica questi siti hanno messo in campo sistemi e filtri che condizionano l’accesso ai contenuti alla sottoscrizione di un abbonamento (il cosiddetto paywall) o, in alternativa, al rilascio del consenso da parte degli utenti all’installazione di cookie e altri strumenti di tracciamento dei dati personali (il cosiddetto cookie wall).
Come si giustificano i quotidiani online?
I quotidiani online spiegano la scelta del cookie wall sostenendo che in questo modo potranno erogare pubblicità personalizzata e, attraverso questi ricavi, supportare il lavoro delle redazioni! Secondo alcune ricerche, il nostro consenso vale 75 euro l’anno, ma sulla monetizzazione dei dati c’è ambiguità normativa e, nella stessa Europa, coesistono approcci profondamente diversi. Il Garante privacy europeo considera i cookie wall una violazione del consenso liberamente prestato, ma quello quello austriaco li considera un valido consenso, il Garante Privacy francese raccomanda una valutazione caso per caso dei paywall (ad esempio, se il prezzo è ragionevole). Mentre per quello spagnolo i cookie wall non sono validi, a meno che gli utenti non siano correttamente informati e sia offerto un accesso alternativo senza richiedere l’accettazione del tracciamento (o sia previsto un servizio alternativo equivalente).
Dal punto di vista dei consumatori, non possiamo dimenticare che chi produce informazione (di qualità) debba essere pagato! Del resto, che la gratuità online non esista i consumatori cominciano a saperlo (ricordate il vecchio adagio: “se il prodotto o il servizio è gratis, allora il prodotto sei tu?”) ma credo proprio che una iniziativa di questa portata doveva essere presentata in modo meno dilettantesco. Voi non credete?
Puoi anche ascoltare questo testo qui: Spuntano i cookie wall: per lere l’articolo devi cedere dati
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 26 ottobre 2022