E voi lo sapevate come difendersi dalle truffe in danno di chi cerca lavoro su Linkedin?
Come agiscono i truffatori?
Ciao Superconsumatori, oggi parliamo di “truffe in danno di chi cerca lavoro su Linkedin”. Le leve mosse dai truffatori per colpire l’attenzione dei consumatori sono generalmente di due tipi: lasciar credere alla vittima che è in pericolo, oppure che può ottenere qualcosa senza fatica. Alla prima categoria appartengono, ad esempio, i messaggi che ci avvisano che di un addebito sul nostro conto o che le nostre credenziali bancarie sono state hackerate. Sarà il panico generato da questi messaggi a farci cliccare su un link malevolo.
Nel secondo caso, invece, il motivo per cui dovremmo attivarci è quello di non perdere un’occasione e -di questi tempi- si sa, nulla è più ambito di un posto di lavoro. Quello delle offerte di lavoro online è un mercato enorme in cui si muovono ogni giorno milioni di persone e anche molti truffatori. A lanciare l’allarme, oltre un anno fa, fu la stessa Fbi americana che definiva “seria” la minaccia di truffe ai danni di chi cerca lavoro sul Linkedin. (Con riferimento alle proposte di investimento in cripto formulate proprio attraverso la popolare piattaforma). Poi a conferma delle preoccupazioni, la ricerca della società di sicurezza Nordlayer, ha affermato che quasi due terzi degli utenti britannici di LinkedIn sono stati presi di mira da annunci o recruiters fasulli.
In che modo agiscono i truffatori? La tattica più comune è creare un profilo falso: solo lo scorso anno, Linkedin ne ha rimossi oltre 32 milioni. I falsi recruiters cercano di rubare informazioni personali o di coinvolgere gli utenti in offerte di lavoro fasulle. Fingendosi aziende riconosciute a livello internazionale o responsabili delle risorse umane, i truffatori sparano nel mucchio migliaia di offerte di lavoro. Generalmente offrendo incarichi come mystery shopper o altre soluzioni di lavoro da remoto. Il messaggio invita a cliccare su un link per accedere alla presentazione con i dettagli, ma in questo modo la vittima viene indirizzata a una pagina di destinazione in cui viene richiesto di scaricare qualcosa e fornire dettagli personali.
Come guadagnano i truffatori?
Così, con grande facilità, i falsi recruiters possono guadagnare in base al numero di CV, email e numeri di telefono che riescono a raccogliere approfittando della debolezza in cui si trova generalmente chi cerca lavoro. Questi dati non solo possono essere rivenduti a terzi, ma anche utilizzati per rubare l’identità del malcapitato, per aprire conti bancari, richiedere credito a suo nome. Un’altra truffa frequente punta a estorcere direttamente denaro alle vittime alle quali si fa credere di aver superato la selezione, ma -ovviamente- non basta: è necessario anticipare dei costi legati all’assunzione (come controlli anagrafici e di casellario giudiziari oppure per la formazione o la cauzione per le attrezzature informatiche che saranno consegnate al neo-assunto).
Inutile dire che i truffatori non manterranno la promessa di rimborsare l’importo una volta iniziato il lavoro. E, manco a dirlo, una volta ricevuto il denaro, non ci sarà più alcun contatto. Infine, pericolose anche le truffe che prevedono l’iscrizione a un club che nasconde meccanismi di vendita piramidale.
Ma come difendersi?
Ma come difendersi? Il trucco più banale per riconoscere questo genere di inganni resta quello di diffidare di chi chiede somme di denaro per iniziare l’attività. In generale, se ci sottopongono un contratto, meglio leggere le varie clausole prima di firmare. E poi pretendiamo una copia scritta e in caso di dubbio, se sottoscritto a domicilio, esercitiamo il recesso!
Ma può essere utile anche verificare la presenza di eventuali recensioni online o magari verificare se l’azienda è iscritta alla Camera di Commercio. In caso di problemi reclamiamo sempre per iscritto e, se crediamo di essere caduti in una trappola, non facciamoci scrupolo di rivolgerci alle Forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza).
Accade spesso che per il pudore nel confidare la necessità di trovare un lavoro, forse per la vergogna di dire che abbiamo abboccato all’amo, si ometta di reclamare e questo è il motivo per cui il numero di segnalazioni registrate dai canali ufficiali è ancora di gran lunga inferiore alla reale portata del fenomeno delle truffe in danno di chi cerca lavoro. Mentre anche raccontare la propria esperienza negativa può servire a tutelare altri dal cadere in un simile inganno.
Per conoscere gli altri consigli e sapere come far valere i tuoi diritti ascolta: Truffe in danno di chi cerca lavoro su Linkedin
E voi lo sapevate?
Autore: Massimiliano Dona
Data: 10 luglio 2024