![](https://www.consumatori.it/wp-content/uploads/2022/08/UNC_uso-corretto-integratori.jpg)
Gli
estrogeni, durante la
vita fertile, hanno un ruolo fondamentale nel modificare la sintesi, la liberazione e il metabolismo di numerosi neurotrasmettitori, tra i quali la
dopamina e la
melatonina. Il decremento dei livelli di estrogeni fino alla
menopausa conclamata si accompagna a numerose alterazioni, ad esempio in ambito
vasomotorio e
urogenitale, o nel
sonno, con impatto anche sulla percezione della qualità di vita. In questo contesto, la medicina ha proposto nuovi strumenti di indagine e conoscenza per valutare lo
stato di salute della donna e stimare meglio i potenziali benefici di terapie sostitutive. Negli ultimi anni si sono affermati i
fitoestrogeni, sostanze che, oltre a rappresentare una buona alternativa alla
terapia ormonale sostitutiva, si sono dimostrate in grado di esercitare una spiccata attività
antiossidante e
antinfiammatoria.
Gli
integratori che contengono, oltre ai
fitoestrogeni, anche la
vitamina D e
calcio sono indicati nella prevenzione dell’
osteoporosi poiché, grazie alla loro azione combinata, sono in grado di aumentare
l’assorbimento di calcio a livello
intestinale e quindi rendere meno fragile l’osso.
L’attenzione delle aziende si è focalizzata su alcuni prodotti come la
magnolia e i
lattobacilli, che contrastano quanto più possibile i
disturbi neurovegetativi, come le
vampate, causa di ansia e prostrazione psicologica. L’
estratto di magnolia presenta spiccate proprietà tranquillanti e rasserenanti, senza però provocare sonnolenza nelle ore diurne.
Inoltre, poiché in
post-menopausa l’aumento di
peso rappresenta una condizione clinica che interessa molte donne e nella maggior parte dei casi è legato all’ansia, questo circolo vizioso si trasforma in un maggior
senso di fame con predilezione per i cibi contenenti
carboidrati e
zuccheri semplici che danno un senso di appagamento psico-fisico.
L’utilizzo di sostanze naturali come i
fitoestrogeni rappresenta un ottimo rimedio per questi sintomi e non interferisce con l’
apparato genitale e con il rischio di sviluppare un
tumore mammario.
L’integrazione alla
terapia ormonale risulta ancor più utile durante la
menopausa e la
post-menopausa, quando il decremento cronico dei
livelli estrogenici riduce il
trofismo vaginale, peggiorando la qualità della vita di relazione.
Sotto il profilo anatomico, l’aspetto più importante è la riduzione della superficie
dell’ambiente vaginale che spesso conduce a
vaginiti acute. In queste condizioni è evidente l’importanza di un intervento che tenda a ristabilire la
condizione vaginale tipica della maturità sessuale femminile. La terapia locale a base di
estrogeni può essere utile, ma non è facile da far utilizzare alle donne: per questo sono state messe a punto soluzioni più naturali. L’utilizzo della
vit. D presente in preparati con
lubrificanti vaginali potrebbe avere un effetto protettivo sulla atrofia, così come i preparati a base di fitoestrogeni di soia in associazione a vari tipi di vitamine
Inoltre, recentemente, sono stati messi a punto preparati a base di
lattobacilli, come il
Lactobacillo Plantarum, o in associazione con
Lattoferrina in grado di ripristinare un equilibrio in termini di flora vaginale con significativi miglioramenti dei sintomi e prevenzione degli stessi.
Per essere aggiornato sul tema
Scarica la Guida “L’uso corretto degli integratori” e guarda i video della campagna “
LA SFIDA DELL’INFORMAZIONE CORRETTA NELL’ERA DIGITALE”, promossa da
consumatori.it con il supporto di
Integratori Italia–UIF
Guarda tutti i video su “L’uso corretto degli integratori”
Autore: Prof. Vincenzo de Leo, Dipartimento di Medicina Molecolare e Dello Sviluppo, Sezione di Ginecologia e Ostetricia, Università degli Studi di Siena
Data: 17 settembre 2019