Abbiamo intervistato il Prof. Giovanni Valotti, presidente del Gruppo A2A e del Banco dell’energia per farci raccontare quest’esperienza.
Il Banco dell’energia è una risposta concreta e innovativa al problema della fuel poverty, Cosa ha spinto A2A a mettere in campo questa iniziativa? L’idea è nata durante la prima tappa del forumAscolto, il percorso di ascolto strutturato nei territori che A2A ha avviato nel 2015 a Brescia con l’obiettivo di favorire il confronto con la società civile sui temi legati alla sostenibilità. Il forum ha evidenziato la necessità di ragionare su un intervento che potesse contribuire a rispondere all’emergenza, sempre crescente, delle cosiddette nuove povertà: un numero sempre maggiore di famiglie che, per improvvisi problemi di lavoro, sociali o di salute, non riescono più a far fronte alle spese della vita quotidiana, a partire dal pagamento delle utenze di luce e gas. Riteniamo che, ad oggi, per un’impresa sia fondamentale superare il semplice concetto di valore economico in favore anche della creazione di valore sociale. E’ nato quindi il Comitato Banco dell’energia Onlus, costituito su iniziativa di A2A e delle Fondazioni AEM e ASM, da sempre vicine alle comunità di riferimento e impegnate a migliorare la qualità della vita delle persone nei territori in cui operano. L’obiettivo del Banco dell’energia è proprio quello di aiutare con interventi mirati quelle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni di temporanea vulnerabilità economica e sociale, e donare l’energia che può servir loro per “ripartire”. Come farà il Banco dell’energia a raggiungere questo obiettivo? Tramite il sostegno a progetti che a partire dalla distribuzione di beni di prima necessità o con il pagamento di spese urgenti, come le bollette di luce e gas, creino un percorso di sostegno per il recupero delle persone. Il Banco da un lato promuove e gestisce la raccolta delle donazioni, dall’altro eroga i fondi raccolti a Enti senza scopo di lucro che si occuperanno dell’individuazione e del sostegno alle persone svantaggiate. Target prioritario degli interventi saranno famiglie fragili a rischio di povertà, che magari hanno visto diminuire le proprie entrate e non sono più in grado di sostenere le spese comuni quotidiane. Si tratta di persone che non rientrano nella rete assistenzialistica di associazioni ed enti che si occupano tradizionalmente di situazioni di povertà conclamata, e l’obiettivo sfidante è proprio questo: rivolgersi alle famiglie a rischio “scivolamento” verso la povertà. A quasi due anni dalla nascita del Banco quali sono i risultati raggiunti? Il 2017 è stato dedicato all’attività di raccolta fondi, di diffusione dell’iniziativa e di promozione del Bando. A gennaio il Banco dell’energia e Fondazione Cariplo hanno lanciato il Bando “Doniamo energia”, rivolto ad enti no-profit, che hanno presentato diversi progetti legati alla possibilità di intercettare precocemente le famiglie in difficoltà in Lombardia, di sostenerle nelle necessità più impellenti e di realizzare il loro reinserimento sociale con percorsi di recupero Al termine di questo percorso sono stati selezionati 15 progetti che riguardano la Lombardia. Il “Bando”, per come è stato strutturato, rende possibile questa delicata individuazione delle famiglie bisognose ed il loro conseguente sostegno, prevede un costante monitoraggio dello stato di avanzamento delle attività, e la valutazione dei risultati conseguiti dai progetti stessi. Fondazione Cariplo si occuperà direttamente della gestione della rendicontazione da parte degli enti beneficiari e della valutazione e monitoraggio dell’impatto generato dai progetti sul territorio, condividendo in ogni fase i risultati di tale attività con il Banco dell’energia. Per il biennio 2018-2019 il Banco dell’energia, sempre con il sostegno di A2A, si è impegnato con Fondazione Cariplo a stipulare un nuovo accordo per il lancio di un nuovo bando simile al precedente. Utilizzando i fondi raccolti per finanziare progetti presentati da molte associazioni no-profit avete provato a mettere in moto un processo virtuoso e di “restituzione” da parte delle famiglie coinvolte. Ci spiega questa scelta? L’intenzione è quella di costruire un modello di sostegno di tipo partecipativo anziché assistenzialistico. Un sistema di restituzione per il quale, una volta superato il momento di difficoltà, una persona possa diventare a sua volta sostenitore del Banco, magari contribuendo direttamente alla raccolta di fondi o attraverso forme di volontariato a beneficio della comunità. L’idea è che in questo modo sia possibile riattivare le risorse residue delle persone anche in situazioni di crisi, includere anche chi difficilmente accetterebbe una beneficenza “tradizionale”, e infine favorire meccanismi di tipo generativo a favore della comunità intera. Quali sono i progetti che sono stati finanziati? I 15 progetti vincitori del Bando riguardano diversi territori: 4 di essi si rivolgono a Milano e 4 alla provincia, precisamente al Comune di Baranzate, di Cassano d’Adda, di Cernusco sul Naviglio e di Sesto San Giovanni; 2 progetti interessano Brescia e provincia, mentre gli altri si rivolgono ai territori di Pavia, Crema, Cremona, Varese. Un progetto selezionato è legato a tutta la Regione Lombardia. Si tratta di iniziative interessanti e innovative, sul sito www.bancodellenergia.it/bando/ è possibile consultarle tutte nel dettaglio. Al momento A2A è l’unica azienda del settore che ha intrapreso questo percorso ma sarebbe importante che il modello venisse replicato anche da altre aziende del settore. Come possiamo lavorare assieme affinché questo avvenga? A2A ha riconosciuto un problema che tocca sempre più persone attraverso la sua attività di ascolto e di partecipazione sul territorio. Ci auguriamo che anche altre aziende, siano esse operatori energetici o altre realtà, possano contribuire ad affrontare questo tipo di urgenza. E auspichiamo inoltre che questo nostro progetto con le sue modalità innovative di realizzazione, possa diventare una best practice sempre più replicata. La riuscita del progetto Banco dell’energia è legata anche alla grande partecipazione dimostrata da amministratori e dipendenti di A2A, da aziende fornitrici e clienti, sindacati e pensionati, che colgo l’occasione di ringraziare nuovamente. Il ruolo dell’associazione consumatori è indispensabile per creare una relazione tra i cittadini e l’azienda, ed è inoltre fondamentale la loro capacità di diffondere questo tipo di iniziative.La posizione di UNC sul contrasto alla povertà energetica
Questa importante iniziativa non riesce, naturalmente, a risolvere il problema della fuel poverty che invece dovrebbe essere affrontato in maniera strutturata attraverso innanzi tutto il potenziamento dello strumento del Bonus Sociale. Su questo tema da tempo come UNC chiediamo di ampliare la platea dei clienti vulnerabili aventi diritto al Bonus e aumentarne l’importo sino a coprire almeno il 50% della bolletta. Abbiamo chiesto, inoltre, di rivedere gli scaglioni ISEE, proporzionandoli rispetto al numero dei componenti delle famiglie ed elevandoli in modo da ricomprendere tutte le famiglie in stato di povertà relativa e infine definire una modalità di riconoscimento automatico del bonus. Leggi la nostra posizione per una bolletta giusta.Autore: Marco Vignola Data: 29 marzo 2018