Bonus 80 euro: speso 50-60%
Secondo uno studio condotto da tre economisti della Banca d’Italia (Andrea Neri, Concetta Rondinelli e Filippo Scoccianti), che poi la Bce ha pubblicato tra i suoi working paper, il bonus di 80 euro introdotto dal Governo Renzi nel 2014 ha avuto un significativo impatto macroeconomico.
La ricerca, che Bankitalia aveva pubblicato a metà giugno tra le “Questioni di economia e finanza”, ha stimato l’effetto del bonus fiscale (decreto legge n. 66 del 24 aprile 2014) sulla spesa delle famiglie italiane nel 2014 e rileva come le famiglie beneficiarie abbiano aumentato la spesa mensile per alimentari e mezzi di trasporto di circa 20 euro e 30 euro, rispettivamente, consumando circa il 50-60% del bonus nel corso dello stesso anno.
Applicando le stime derivanti ai trasferimenti dal Governo, i consumi sono aumentati di circa 3,5 miliardi di euro, vale a dire che il 40% dell’aumento totale delle spese delle famiglie nel 2014 è stato dovuto all’ introduzione di questo sgravio. Complessivamente, la misura aveva comportato un trasferimento di 5,9 miliardi di euro, pari allo 0,5% del reddito disponibile delle famiglie e allo 0,4% del prodotto interno lordo.
La quota è maggiore per le famiglie plausibilmente soggette a vincoli di liquidità. I risultati sono robusti a diverse specificazioni del modello stimato e in linea con altri studi proposti in letteratura, ma, data l’insufficiente numerosità campionaria, non sono sempre statisticamente significativi.
Ad avviso dell’UNC, questo studio conferma quanto sostenuto fin dall’inizio dall’associazione, ossia che il provvedimento è positivo e va nella giusta direzione di aiutare le famiglie in difficoltà, rilanciando la crescita attraverso un incremento dei consumi, ma che avrebbe raggiunto risultati assai migliori se il bonus fosse stato commisurato al reddito Isee della famiglia, visto che, come sostenuto nello studio, c’è stato un incremento dei consumi più ampio per le famiglie con minore ricchezza in liquidità o con redditi più bassi che hanno dedicato ai consumi circa l’ 80% del bonus. La pubblicazione dello studio, come sempre in questi casi, non impegna né la Banca d’ Italia, né la Bce. E’ stato, quindi, inopportuno strumentalizzarlo politicamente, attribuendolo alla Bce.