CANONE RAI: le nostre osservazioni sul decreto
Il decreto sul canone Rai che prevede il pagamento del canone nella bolletta dell’energia, presenta diverse criticità che abbiamo evidenziato in una lettera al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Cncu (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti). Scarica il documento
Le prime perplessità riguardano la previsione del legislatore di presupporre la detenzione di un apparecchio televisivo nel caso in cui esista un’utenza per la fornitura di energia elettrica nel luogo in cui un soggetto ha la sua residenza anagrafica. Esistevano altri modi per affrontare il problema dell’evasione, come modificare il Regio decreto legge n. 246 del 1938 in modo che l’obbligo del pagamento non fosse legato alla detenzione dell’apparecchio, ma alla proprietà, registrando, a cura dei negozianti, i nuovi acquisti di televisori come oggi avviene in caso di attivazione di una nuova Sim per il telefono cellulare.
Va inoltre evidenziata l’oggettiva difficoltà di individuare i soggetti effettivamente tenuti al pagamento, ossia i 24 mln e 199 mila famiglie anagrafiche che l’Istat stima siano possessori di un televisore considerando anche le elevate possibili casistiche segnalate alla nostra associazione: moglie paga la luce e marito il canone, marito defunto continua ad essere intestatario della fornitura elettrica, non essendo stata fatta la voltura dalle vedova, case multifamiliari con un solo contatore della luce ma più famiglie anagrafiche, titolari di contratto, ad es. parenti, che non sono nello stato di famiglia, proprietari di casa titolari dell’utenza elettrica che hanno temporaneamente affittato a persone non residenti ecc.
La nostra preoccupazione, quindi, a fronte di un’oggettiva difficoltà nell’allineamento delle banche dati, è che ci sia, da un lato, un invio molto elevato di richieste indebite di pagamento e, dall’altro, una grande mole di autocertificazioni da analizzare e gestire in tempo utile per evitare pagamenti non dovuti, che aggraverebbero il compito di tutti i soggetti in campo, ivi comprese le imprese elettriche. Si tratta di consentire al consumatore di far valere in tempo utile le giuste ragioni, prevenire prelievi non dovuti e, soprattutto, restituire prontamente al consumatore, già eccessivamente gravato dalla necessità di dover spedire autocertificazioni e ingiustamente oppresso da questa inversione dell’onere della prova, quanto eventualmente indebitamente percepito dall’erario. Insomma, riteniamo concettualmente inaccettabile che le eventuali inefficienze del sistema o la previsione erronea del legislatore di riuscire ad incrociare le banche dati in tempo utile per l’invio delle fatture di luglio, siano poi fatte pagare al contribuente.
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