Edifici a zero emissioni entro il 2050: è l’obiettivo della cosiddetta direttiva Case Green, che prevede la ristrutturazione degli edifici esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico e indipendenti da combustibili fossili con impianti fotovoltaici, cappotti termici, nuovi infissi e pompe di calore.
Prima scadenza il 1° gennaio 2025, quando termineranno tutti gli incentivi per acquistare una caldaia a gas in vista del 2040, anno in cui le caldaie a metano dovranno essere totalmente eliminate.
Cosa prevede la direttiva Case green?
L’obiettivo della direttiva, che si inserisce nel grande piano europeo per la transizione energetica Green Deal, è ridurre il consumo e le emissioni di gas inquinanti degli edifici di tutta Europa entro il 2035, per puntare alla realizzazione di immobili totalmente a zero emissioni entro il 2050.
Negli edifici residenziali esistenti i consumi dovranno essere ridotti, attraverso interventi di efficientamento energetico, del 16% entro il 2030 e del 20/22% entro il 2035. Si dovrà partire con le ristrutturazioni dagli edifici più energivori, quelli, cioè, che consumano di più.
Gli edifici di nuova costruzione, invece, dovranno essere a emissioni zero, dal 1° gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica, e dal 1° gennaio 2030 per quelli privati.
Chi deve ristrutturare?
La direttiva europea Case green (tecnicamente, Energy performance of building directive, Epbd) è in vigore dal maggio 2024 e gli Stati membri devono recepirla entro due anni.
Ogni Stato adotterà un suo piano nazionale per adeguare gli edifici ai nuovi standard energetici europei e ognuno di essi deciderà su quali edifici concentrarsi. Ciascuno Stato membro può definire le proprie politiche pubbliche per raggiungere gli obiettivi, per esempio come saranno finanziate le ristrutturazioni o decidere di non applicare le norme minime di prestazione energetica ad alcune categorie come edifici storici, luoghi di culto ed edifici utilizzati per un periodo limitato dell’anno.
L’unico vincolo è che almeno il 55% della riduzione dei consumi venga dalla ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
Qual è la situazione delle case italiane?
Oggi gli edifici residenziali in Italia sono oltre 12 milioni, 6 su 10 costruiti più di cinquanta anni fa. Secondo il rapporto di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, oltre la metà degli edifici italiani si ritrova nelle due classi energetiche più basse, F e G.
In Italia la maggioranza degli edifici è a bassissima efficienza energetica e dei 3 milioni di immobili certificati con un APE, l’attestato di prestazione energetica, quasi il 30% è in classe G, la più bassa, e oltre il 22% in classe F.
L’Italia ha tempo fino al 31 dicembre 2025 per recepire la direttiva europea.
Efficienza contro la povertà energetica
Ma perché è fondamentale oggi aumentare le prestazioni energetiche delle case e ristrutturare quelle energivore?
Oltre che per salvaguardare l’ambiente eliminando le fonti fossili, l’efficienza energetica è fondamentale perché 2 milioni di famiglie in Italia e ben 1 miliardo e 300 milioni di persone nel mondo sono in povertà energetica, cioè non possono permettersi il livello minimo di servizi per avere uno stile di vita dignitoso: il riscaldamento in inverno e il raffreddamento in estate, l’energia elettrica per illuminare la casa e per gli elettrodomestici, il gas per cucinare.
Le persone in povertà energetica non hanno le risorse per coprire i costi delle bollette a causa dei prezzi dell’energia, di redditi troppo bassi, ma anche dell’inefficienza delle abitazioni e degli elettrodomestici, che consumano così tanto da rendere impossibile alle famiglie sostenere la spesa.
L’impegno di UNC contro la povertà energetica
É proprio con l’obiettivo di aiutare le famiglie più fragili ad uscire dalla povertà energetica, che UNC partecipa al Progetto CircE Circular Energy & Circular Economy, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Realizzato in partnership con UNC Comitato di Faenza, Adoc, Adoc Abruzzo, U.Di.Con Unione per la Difesa dei Consumatori, U.Di.Con regionale Calabria, U.Di.Con regionale Lazio, il progetto CircE vuole promuovere la formazione di una cultura della sostenibilità e del consumo responsabile attraverso azioni mirate, tra cui:
- L’attivazione di 29 sportelli in 19 regioni e 3 sportelli nazionali, con consulenti esperti che aiuteranno le famiglie a rischio o in povertà energetica
- Un’analisi sperimentale su un campione di 16 famiglie, che saranno dotate di sistemi di controllo e monitoraggio dei consumi energetici al fine di fornire loro consigli su misura e strumenti pratici per modificare quelle abitudini di consumo che comportano sprechi di energia
- Laboratori gratuiti sui temi del consumo sostenibile e la gestione del budget
- Campagne di informazione sull’efficienza energetica e lo spreco.
Articolo realizzato per il progetto “CircE, Circular Energy & Circular Economy”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali nell’ambito delle iniziative e progetti di rilevanza nazionale di cui all’art. 72, c. 1, del D.Lgs n. 117 del 03/07/2017 s.m.i., Avviso n. 2/2023.