I contenuti
Il provvedimento è composto da sette articoli attraverso i quali riforma l’istituto dell’azione di classe, attualmente previsto dal Codice del consumo (d.lgs. n. 206 del 2005), riconducendone la disciplina al codice di procedura civile. In sintesi, il provvedimento prevede: lo spostamento della disciplina dell’azione di classe dal codice del consumo al codice di procedura civile, nel nuovo Titolo VIII-bis (articoli da 840-bis a 840-sexiesdecies); il passaggio di competenza dal tribunale alla sezione specializzata in materia di impresa dei tribunali (e delle Corti di Appello) con la possibilità di adesione non solo di soggetti che rivendicano diritti lesi ma anche di organizzazioni e associazioni; l’ampliamento delle situazioni giuridiche tutelate e degli strumenti di tutela, con la previsione di un’azione inibitoria collettiva verso gli autori delle condotte lesive; l’articolazione della class action in tre fasi: la prima e la seconda relative, rispettivamente, all’ammissibilità dell’azione e alla decisione sul merito, e l’ultima relativa alla liquidazione delle somme dovute agli aderenti all’azione; la disciplina dell’adesione all’azione di classe, consentita sia prima che dopo la sentenza che accoglie l’azione; la disciplina del compenso per i rappresentanti della classe ed i difensori, in caso di accoglimento della domanda, col riconoscimento della cosiddetta quota lite; l’ampio ricorso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione a fini di pubblicità della procedura. Passa inoltre il principio della irretroattività che blocca il meccanismo, previsto inizialmente nel testo della proposta di legge, che la class action possa essere chiesta anche contro eventi accaduti. Leggi a riguardo CLASS ACTION: ottima notizia il testo approvato dalla CameraMassimiliano Dona spiega perché la class action è importante
Autore: Unione Nazionale ConsumatoriData: 4 ottobre 2018