In Commissione Trasporti alla Camera prosegue l’iter per la riforma del
Codice della Strada. Negli ultimi giorni sono state discusse diverse proposte. Tra quelle principali vi sono l’innalzamento del
limite di velocità in autostrada, la possibilità per i
ciclisti di circolare in
contromano rispetto al senso di marcia degli altri veicoli, l’introduzione di pesanti
sanzioni per il conducente che si distrae con lo
smartphone mentre è al volante e il
divieto di fumare in auto anche se a bordo non ci sono donne incinte o minorenni con un multe che, in quest’ultimo caso, andrebbero da 27,50 a 275 euro.
Innalzamento del limite di velocità in autostrada
Tra le proposte di modifica al Codice della Strada vi è, come detto, quella di aumentare il
limite massimo di velocità sulle
autostrade a tre corsie (più la corsia di emergenza) per ogni senso di marcia
dagli attuali 130 km orari a 150. L’estensione del limite riguarderebbe soprattutto le tratte autostradali a lunga percorrenza. Il limite attuale di 130 km orari viene spesso disatteso dagli automobilisti, nonostante le autostrade a tre corsie siano dotate in molti punti di apparecchiature omologate per il
calcolo della velocità media di percorrenza. Restano però alcune perplessità su questo provvedimento considerato che secondo una ricerca condotta in 27 paesi dall’
Etsc, l’Istituto europeo per la sicurezza dei trasporti, la velocità è uno dei principali fattori che causano incidenti stradali e per la quale una
riduzione dei limiti di 10 km orari salverebbe in Italia la vita a
2.000 persone ogni anno. Motivo per cui l’innalzamento della velocità a 150 km orari potrebbe anche essere una soluzione accettabile, ma a patto che valga esclusivamente per le autostrade a tre corsie e che siano presenti lungo i tragitti i controlli della velocità media.
Quali novità per i ciclisti?
Per quanto riguarda i
ciclisti, la proposta principale di cui si sta discutendo in Commissione Trasporti alla Camera riguarda la possibilità di
circolare contromano rispetto agli altri veicoli all’interno dei
centri abitati, dunque nelle cosiddette
“zone 30”, vale a dire quelle aree della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 km orari invece dei consueti 50. Se approvata, questa concessione dovrà essere regolata da un’
ordinanza del sindaco e segnalata con l’aggiunta di
segnali verticali di divieto e di obbligo in appositi pannelli integrativi che dovranno indicare l’eccezione per le biciclette. Sempre per ciò che concerne i ciclisti, si stanno discutendo altre quattro proposte: permettere loro di utilizzare le
“corsie gialle”, dunque quelle riservate agli
autobus e ai
taxi; obbligarli a indossare sempre il
casco; prevedere per le biciclette dei
parcheggi ad hoc sui marciapiede; negli incroci con semaforo indicare una
linea di arresto in posizione avanzata rispetto a quella per tutti gli altri veicoli in modo da dare loro la
precedenza (anche in quest’ultimo caso sarebbe necessaria una ordinanza comunale). Pur essendo condivisibili le finalità di queste proposte il timore è che, a differenza di altri Paesi come l’Olanda,
in Italia queste misure non funzionerebbero adeguatamente dato il basso tasso esistente di conoscenza del Codice della strada da parte degli automobilisti. In particolare, l’avanzamento di una linea d’arresto negli incroci con semaforo per i ciclisti verrebbe spesso occupata dagli automobilisti generando confusione. Non sarebbe nemmeno funzionale l’utilizzo delle corsie preferenziali di taxi e autobus da parte dei ciclisti. Si tratta infatti di corsie in larga parte ricavate ex post e, pertanto, troppo strette per consentire anche il solo passaggio degli autobus.
Motocicli e ciclomotori
Per chi guida motocicli e ciclomotori potrebbe entrare in vigore l’obbligo non più solo del casco ma anche di “un
abbigliamento tecnico protettivo omologato”. Inoltre per i motocicli con
motore elettrico di potenza fino a 11 kW si potrebbe prevedere l’autorizzazione a circolare in
autostrada.
Skateboard, monopattini e hoverboard
Per la prima volta si sta discutendo della necessità di normare all’interno del Codice della Strada anche l’uso di
skateboard, monopattini e
hoverboard. Il punto principale del dibattito riguarda il luogo in cui questi “mezzi” potranno circolare, molto probabilmente solo all’interno delle
piste ciclabili.
Multe più salate per chi guida con lo smartphone
Una delle proposte di modifica del Codice della Strada che sta facendo più discutere riguarda sicuramente il divieto di
utilizzare lo smartphone mentre si guida. Al momento il Codice vieta l’utilizzo di apparecchi radiotelefonici. La nuova proposta di legge punta a estendere il divieto anche a
smartphone, computer portatili, notebook, tablet e
dispositivi analoghi che comportino l’allontanamento delle mani dal volante anche solo per pochi secondi. Per comportamenti di questo tipo si pensa a un inasprimento delle
multe dagli attuali 161 a 422 euro, la sospensione della patente e la perdita di 10 punti.
Si tratta però di misure eccessivamente pesanti che rischiano di andare a quasi esclusivo discapito dell’automobilista senza produrre alcun significativo miglioramento della sicurezza in strada. A dimostrarlo sono le
statistiche ufficiali. Le multe date per tutte le violazioni dell’art. 173 del Codice della Strada, ossia quelle che comprendono l’
uso del telefonino, sono infatti pari ad appena lo
0,36% del totale (61.929 multe). Una percentuale che, in pratica, equivale a zero considerato che l’uso del cellulare in auto è la violazione più frequente in Italia, ripetuta svariate volte al giorno dalla quasi totalità degli automobilisti. Stando ai
dati Aci-Istat, se si prendono in riferimento tutte le multe comminate nel 2017 nei comuni capoluoghi di provincia dalla Polizia Municipale, su un totale di 17.690.524 infrazioni rilevate, quelle per l’uso del telefonino sono state appena 61.929. Ben il 79,55% delle multe, invece, sono state comminate per divieto di sosta (art. 157 e 158 Cds, 3.199.604 multe, il 18,74%) e ztl (art. 7 Cds, 10.379.353, il 60,81%). Un’enormità rispetto a quelle fatte per le
infrazioni realmente pericolose: per
sorpassi (art. 148, 3.685 multe, lo 0,02%), per
precedenze (art. 145, 20.488, lo 0,12%), per la
distanza di sicurezza (art. 149, 4.727, lo 0,03%), per il
semaforo rosso (art. 146, 336.804, l’1,97%), per guida sotto l’influenza di
sostanze stupefacenti (art. 187, 853, lo 0,005%), per guida in
stato di ebbrezza alcolica (art. 186, 4.941, lo 0,029%).
Alla luce di questi numeri è pertanto
assolutamente inutile innalzare la sanzione per chi usa lo smartphone da 161 a 422 euro se poi, di fatto, non si viene mai multati. Per aumentare la sicurezza in strada l’unica soluzione è invertire questo rapporto, vigilando e sanzionando in modo più capillare quei comportamenti scorretti alla guida che sono realmente più pericolosi e che causano, purtroppo, il maggior numero di morti, feriti e incidenti nelle strade.
Autore: Rocco Bellantone
Data: 26 febbraio 2019