La spesa degli italiani sale sempre di più, i consumi delle famiglie crescono, eppure l’ultimo rapporto Istat dice che compriamo meno. Come è possibile?
Gli italiani mangiano meno! È questa la triste realtà che denunciamo da tempo. Nonostante si tratti della spesa più obbligata che ci sia, da tempo gli italiani sono costretti a stringere la cinghia.
Sono in dieta forzata. Ce lo dicono da anni i dati Istat delle vendite al dettaglio e ora ci viene confermato dal report annuale relativo ai consumi delle famiglie.
Il calo delle vendite
Per via dei rincari le vendite alimentari in valore salgono, cioè spendiamo molto di più. Ma in volume, ossia depurando i dati dall’effetto dovuto alla dinamica dei prezzi, scendono. Cioè anche spendendo di più ci ritroviamo meno prodotti nel carrello.
In agosto, ultimo dato utile, in un solo mese, ossia rispetto a luglio 2024, le vendite sono diminuite dello 0,2%. Nel 2023, sono calate del 3%, nel 2022 del 3,2%. Abbiamo comprato meno cose, una bella cura dimagrante.
Venendo al recente rapporto sui consumi delle famiglie, relativo al 2023, la spesa media mensile delle famiglie è pari, nel complesso, a 2.738 euro mensili, con un aumento del 4,3% nel confronto con il 2022, quando era 2.625 euro.
Questo, purtroppo, non significa che ci possiamo permettere di fare una spesa più corposa al supermercato, ma solo che a causa dell’aumento dei prezzi siamo stati costretti a spendere di più.
Gli effetti dell’inflazione
Per i soli prodotti alimentari e bevande analcoliche, le famiglie spendono 44,32 euro in più rispetto al 2022: 526,12 euro nel 2023 contro 481,80.
Tutto bene, quindi?
No, perché il rialzo è solo un effetto ottico dovuto all’inflazione. L’incremento della spesa del 4,3%, insomma, è un miraggio.
I consumi reali sono scesi dell’1,5 per cento. La spesa del 2022 per restare costante avrebbe dovuto essere pari a 2.780 euro e non a 2738.
Insomma, le famiglie in termini reali spendono oltre 42 euro al mese in meno, pari a un calo di 506 euro all’anno. Non possiamo più permetterci di comprare le stesse cose di due anni fa, perché tutto costa di più.
Se in termini nominali nel 2023 le famiglie avevano speso in prodotti alimentari e bevande analcoliche il 9,2% in più rispetto al 2022, pari a 44 euro e 32 cent, in termini reali, considerando l’inflazione del 2023 (pari per questa divisione al 10,2%) ora si acquista lo 0,9% in meno rispetto al 2022, una riduzione di cibo e bevande pari a 58 euro su base annua.
Insomma, paghiamo di più per mangiare di meno.