La contraffazione del miele si ottiene miscelando il miele “autentico” con sciroppi di barbabietola e di canna oppure aggiungendo sostanze aromatiche e altri additivi alimentari. In questo modo si possono ottenere dei prodotti molto simili al miele “vero”, ma di qualità decisamente inferiore. La contraffazione del miele può avvenire anche somministrando zucchero alle api. Vediamo quali conseguenze ci sono per i consumatori.
Com’è composto il miele e quanto se ne consuma
Il miele è un alimento che le api producono a partire dal nettare presente nei fiori oppure da secrezioni di insetti che si trovano sulle foglie (miele di melata). Il nettare o le secrezioni sono depositate nell’interno degli alveari dove sono elaborate e trasformate nel miele che conosciamo. Le caratteristiche del miele differiscono in modo significativo in funzione dell’ambiente in cui vivono le api e soprattutto il tipo di fiori da cui prelevano il nettare.
Il miele è costituito soprattutto da zuccheri che sono prevalentemente il fruttosio e il glucosio ed è presente circa 1% di proteine. Ci sono poi acqua, acidi organici, vitamine, sali minerali che rendono il miele un prezioso alimento non soltanto perché dolcificante, ma anche con ottimo valore nutrizionale e alcune proprietà benefiche come ad esempio una blanda attività antimicrobica.
Il consumo di miele in Italia si aggira intorno ai 500 grammi a persona all’anno. Purtroppo la produzione nazionale di miele è insufficiente a coprire i nostri fabbisogni e siamo costretti ad importarne notevoli quantità. Si stima che poco meno della metà del miele che consumiamo sia importato da Paesi come la Cina e la Turchia; questi ultimi essendo Paesi extracomunitari seguono regole meno rigorose di quelle vigenti nell’Unione Europea e le contraffazioni non sono rare.
Ovviamente non si può escludere a priori che il miele prodotto nell’interno dell’Unione Europea sia esente dal pericolo di contraffazioni.
Vediamo quali sono.
Le contraffazioni più comuni
Le contraffazioni più comuni sono quelle di aggiungere al miele degli zuccheri presenti in “sciroppi” zuccherini ricavati dal mais, dalla barbabietola, dalla canna da zucchero.
La consistenza degli “sciroppi” è relativamente simile a quella del miele. Miscelandoli con il miele “autentico” si possono ottenere dei prodotti molto simili al miele, ma con qualità inferiore.
Si tratta di prodotti che hanno una composizione molto varia, anche se il valore nutrizionale è molto simile e non sembrano esserci pericoli significativi per chi li consuma. Possono esserci differenze organolettiche che il consumatore può notare sia mangiando il miele, sia osservando le confezioni che potrebbero riportare difetti di consistenza, stratificazioni anomale, ecc.
Le indagini analitiche per scoprire queste contraffazioni sono piuttosto complesse ed ostacolate dall’abilità dei contraffattori di fare delle miscele zuccherine quanto più simili al miele “genuino”.
Una seconda contraffazione è quella operata dagli apicoltori che pongono vicino agli alveari delle soluzioni zuccherine a disposizione delle api. Anche se lo zucchero assunto va incontro agli stessi processi di trasformazione del nettare, il miele che si ottiene risulta carente delle sostanze naturalmente presenti nei fiori. A risentirne è il valore nutrizionale del miele così contraffatto e, soprattutto la perdita di alcune attività benefiche.
Che cosa sono i mieli monofloreali
In commercio troviamo mieli ottenuti dai fiori di una sola pianta come acacia, castagno, agrumi, tiglio, erba medica oltre al classico “millefiori” che le api ricavano da tutti i fiori che visitano. La produzione dei mieli monofloreali è legata al periodo di fioritura delle piante. Ad esempio il miele di castagno si raccoglie tra aprile e ottobre e ovviamente soltanto nelle zone dove le piante di castagno sono predominanti. Si tratta di produzioni limitate e specializzate. È piuttosto complicato riuscire a scoprire se si tratta effettivamente di un miele monofloreale o meno, poiché le le api vanno su tutti i fiori che trovano. In pratica bisogna affidarsi alla serietà dei produttori.
Cosa si intende per mieli biologici e tipici
Per miele biologico si intende quello ottenuto in zone in cui non sono impiegati fitofarmaci nelle colture vegetali e senza l’uso di farmaci veterinari negli alveari. La garanzia viene data dal “bollino” che troviamo sui vasetti e che viene rilasciato da un ente di certificazione.
I mieli tipici e in particolare i DOP, sono un numero limitati e la loro genuinità viene certificata dai consorzi di produzione tramite “bollini” apposti sui vasetti.
I mieli tipici e biologici generalmente hanno un costo più elevato per fare fronte alle maggiori spese che i produttori affrontano per i controlli. Bisogna diffidare dai mieli venduti per biologici o tipici ma privi dei “bollini” delle certificazioni.
Quali sono i pericoli della contraffazione
Il principale pericolo della contraffazione del miele riguarda l’aggiunta dello sciroppo di zucchero al miele. Un altro tipo di contraffazione è la “somministrazione” di zucchero alle api da parte degli apicoltori. Si tratta di azioni illecite che interessano soprattutto il miele di importazione da paesi extracomunitari dove è difficile fare dei controlli alla produzione.
Nei mieli nazionali le contraffazioni possibili riguardano soprattutto aspetti qualitativi ed in particolare la loro origine botanica; si tratta però di infrazioni che possiamo definire marginali e che non sempre sono facilmente individuabili.
La contraffazione del miele raramente comporta pericoli per la salute; le conseguenze sono soprattutto economiche per i cittadini che corrono il rischio di pagare prezzi elevati per mieli di modesta qualità.
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Articolo realizzato nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy DGTPI-UIBM- “Io Sono Originale Linea B (2019 – 2023)”