1179 (Sdc – feb. 2016) – Il contributo scolastico volontario è del tutto facoltativo, lo ribadiamo soprattutto in questo periodo quando, con le iscrizione a scuola, sono numerosi gli istituti scolastici che richiedono denaro alle famiglie spacciandolo per obbligatorio.
Una circolare del Ministero dell’Istruzione di qualche anno fa chiarisce bene che: “In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es.: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi per l’arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria”.
Ricordiamo che le tasse obbligatorie sono riconoscibili, peraltro, perché intestate all’Agenzia delle Entrate e mai alla scuola. Inoltre, per quanto riguarda le famiglie che decidano di contribuire, hanno il diritto di ricevere dalla scuola informazioni specifiche in merito all’utilizzo del versamento e che tale contributo (letteralmente ‘erogazione liberale’) è detraibile nella dichiarazione dei redditi nella misura del 19% (nel rigo E19, codice 31). Per evitare brutte sorprese -conclude l’avvocato- consigliamo nel momento in cui si raccolgono informazioni sull’istituto presso il quale si ha intenzione di iscrivere i propri figli, di valutare l’ammontare della somma richiesta in qualità di contributo volontario e quale tipo di attività o spese andrà a coprire tale somma.
Autore: Unione Nazionale Consumatori
Data: 3 febbraio 2016
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