Quali sono i diritti (e doveri) al ristorante? Ne abbiamo parlato diverse volte (e sul tema abbiamo dedicato anche una guida), ma ci sono alcuni dubbi dei consumatori che prendono spunto da recenti fatti di cronaca, su cui è utile fare chiarezza.
E’ legittimo addebitare il costo del piatto in condivisione? La mezza porzione si paga? Quando il sovraprezzo nello scontrino può essere contestato? Sono alcune delle domande a cui proviamo a rispondere.
E se volete sapere il parere a riguardo di Massimiliano Dona, ecco il suo commento: “Scontrini folli: diritti al ristorante”.
Cosa è legale e cosa no, diritti al ristorante
Alcuni comportamenti sono del tutto illegali, come negare l’uso del Pos: se accade, il cliente può chiamare la Guardia di Finanza o la polizia locale: c’è una sanzione di 30 euro più il 4 per cento della transazione negata, salvo problemi tecnici.
E’ chiaro che se succede in un locale in cui di solito il Pos funziona e quel giorno c’è un guasto il cliente può capire la situazione, ma a volte si trovano cartelli “Pos guasto” con la cornicetta o lo scotch ingiallito. E se si scopre dell’assenza del Pos alla fine del servizio non si è affatto tenuti ad andare a ritirare al bancomat per pagare in contanti: il cliente deve pagare, certamente, ma poiché il disservizio è responsabilità dell’esercente, può tornare in un altro momento a saldare o fare un bonifico. E nessuno può trattenerlo.
È illegale anche addebitare al cliente una maggiorazione per il pagamento elettronico: si tratta di una pratica commerciale scorretta, non c’è la sanzione, ma si può chiedere all’esercente di stornare l’importo, segnalare il fatto sul sito dell’Agcm, l’autorità preposta al controllo della concorrenza e del mercato, e chiamare la Guardia di Finanza.
Così come non è plausibile la richiesta di un importo minimo per poter usare il Pos.
Per quanto riguarda gli scontrini e le sorprese che possono riservare, in generale i prezzi devono essere segnalati già all’esterno del locale e se il cliente trova differenze con quelli riportati nel menu all’interno ha il diritto di pagare la somma più bassa.
In caso di piatti fuori menu, spesso spiegati a voce il cameriere dovrebbe dire il prezzo. Se non lo fa, il cliente lo chieda, così non avrà sorprese. Stessa cosa per il vino: meglio domandare sempre la carta. Si tenga presente che quando avviene l’ordinazione si stabilisce tra cliente e ristoratore un vero e proprio contratto, chiamato contratto atipico di ristorazione: si tratta di un accordo verbale che impegna l’esercente a servire pasti e bevande a regola d’arte e il consumatore a pagare. Tutto ciò che è fuori da questo contratto è una pratica commerciale scorretta.
Ma c’è un limite al rincaro dei prezzi? No, in Italia sono liberi però il cliente deve sapere con chiarezza quanto spende; quello che non si può fare, invece, è il doppio menu con prezzi diversi per italiani e stranieri. Questi sono alcuni dei diritti (e doveri) al ristorante, ma vediamo i caso specifici.
Il piattino vuoto si paga?
E’ legittimo addebitare due euro per un piatto vuoto per la condivisione o 1,50 euro per un cucchiaino in più? No, stoviglie, piatti e tovaglioli dovrebbero essere inclusi nel coperto. Se si trovano voci del genere sullo scontrino ci si può rifiutare di pagarle.
Che dire dei due euro per tagliare a metà il toast o per il basilico sulla pizza? Dal punto di vista legale, se questi supplementi sono segnalati sul menu, sono legittimi perché il ristorante è un luogo privato in cui il ristoratore fa le sue politiche, l’importante è che il cliente sia informato. Se invece non sono segnalati da nessuna parte il cliente può rifiutarsi di pagare quelle voci.
Coperto, acqua e pane
Il coperto è il costo che il ristoratore scarica sul cliente per tutto ciò che riguarda la tavola e il servizio: stoviglie e loro lavaggio, lavoro del cameriere, tovaglie, tovaglioli, allestimento, eccetera. Deve essere segnalato sul menu: se non è scritto nulla e ci si trova una voce nello scontrino, ci si può rifiutare di pagarla. Capitolo a parte per il pane: spesso si pensa che sia nel coperto, invece no. Se il cestino del pane è gratis nessun problema, ma se ha un costo va indicato nel menu e, se si trova già in tavola, va chiesto al cliente se lo vuole tenere o meno. Per quanto riguarda l’acqua, tra i diritti del consumatore al ristorante c’è quello di chiedere l’acqua del rubinetto.
Quanto si paga la mezza porzione?
Un altro tema sono le mezze porzioni: non tutti le servono ed è legittimo, oppure a volte non costano la metà esatta ma il 70 per cento del piatto intero. Basta che sia indicato. Se non è scritto sul menu si può ragionevolmente ritenere che costino la metà
Chi rompe paga, o forse no
Se il cliente rompe un piatto o un bicchiere durante un servizio, il ristoratore può addebitare il costo dell’oggetto rotto? In questi casi si apre il doppio tema della responsabilità e dell’importo. Di chi è la colpa dell’ “incidente”? Chi stabilisce l’importo da pagare? C’è una fattura di acquisto del piatto?
E’ vero che in teoria si tratta di “un mezzo di produzione rotto”, quindi “legalmente si può addebitare”, ma il consumatore potrebbe opporsi all’addebito e se il ristoratore non fosse d’accordo dovrebbe intentargli una causa civile. Insomma un accordo amichevole sembra la strada più semplice!