Qualche tempo fa ho fatto un investimento acquistando dei diamanti pensando che avrei potuto rivenderli facilmente se avessi avuto bisogno di liquidità. Adesso mi sono reso conto che non si tratta di un’operazione così redditizia, cosa posso fare?
Anni fa, alcune banche hanno invogliato i propri clienti ad investire in diamanti; chi ha accettato (probabilmente allettato dal trend di crescita del valore dei preziosi, anche per effetto della crisi finanziaria allora in corso) ha formalizzato un acquisto ed i preziosi sono stati forniti da una società che ne fa commercio.
Finita la crisi, è evidente che è sceso anche il valore dei diamanti (e di molto) per cui è stato consigliato ai clienti di non vendere ed aspettare. La perdita di valore al momento risulta notevole e molti clienti si sono rivolti alle banche per riavere le somme investite cedendo i diamanti. Le banche hanno risposto che si erano limitate a proporre un investimento (anche se costituito da un prodotto commerciale e non finanziario) e a mettere in contatto l’investitore con la società che commerciava preziosi (percependo ovviamente una lauta commissione) e che quindi non erano responsabili del valore dei prodotti acquistati ed oscillante sul mercato. Come associazione dei consumatori abbiamo censurato in varie sedi il comportamento delle banche nella vendita di prodotti non finanziari ma commerciali e nella scarsa trasparenza e adeguatezza nei confronti dei clienti; sono state minacciate anche azioni legali massive ed il coinvolgimento della Banca d’Italia.
Alcune banche (come Banca Intesa e Unicredit) hanno ritirato dai clienti i diamanti venduti e restituito il capitale investito, altre si sono rifiutate di fare lo stesso.
Ad Ottobre 2018 l’Autorità Antitrust ha multato per più di 15 milioni di euro due società venditrici di diamanti e quattro banche che hanno venduto a prezzi gonfiati le loro pietre a ignari clienti, spacciandoli per investimenti sicuri e senza informare dei rischi reali e dell’impossibilità di rivendere i preziosi acquistati. Le banche sanzionate sono Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Banco BPM, assieme alle due società IDB e DPI.
Recentemente, il Consiglio di Stato, con la sentenza 2081/2021, ha ribadito e confermato la responsabilità delle banche coinvolte nella vicenda. I Giudici hanno affermato che le banche non si sono limitate al ruolo di mere segnalatrici, bensì hanno assunto un ruolo di vere compartecipi nella pratica scorretta posta in essere dalle società che hanno commercializzato i diamanti. Il Consiglio di Stato ha affermato, quindi, la piena responsabilità delle banche per essere venute meno all’obbligo di diligenza per non avere posto in essere misure idonee a far comprendere ai consumatori le modalità ed il contenuto delle operazioni proposte. È quindi indubbia la sussistenza della responsabilità delle banche, che non hanno svolto il ruolo di meri segnalatori.
Questa è la situazione generale, i nostri esperti stanno seguendo alcuni degli investitori coinvolti. Per avere assistenza è possibile contattarci attraverso lo sportello Banche sul nostro sito.
Autore: Valentina Greco
Data: 11 aprile 2018
Aggiornamento: 6 luglio 2021
L’esperto risponde su… investimento in diamanti
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